“I poligoni sardi sono una risorsa per l’Isola, portano denaro e posti di lavoro. Tanto è vero che le operazioni previste in Sardegna fanno gola alle altre regioni italiane e noi rimaniamo senza un’alternativa di sviluppo per le aree sino a oggi interessate dalle esercitazioni”. Commenta così Paolo Truzzu, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An, la decisione della Nato di non effettuare più in Sardegna alcun addestramento e di dirottare in Sicilia l’esercitazione internazionale ‘Trident Juncture 2015’ che avrebbe coinvolto le aeronautiche di diversi Paesi alleati, perché nell’Isola mancherebbe “la serenità per operare”.
“È l’ennesima occasione persa dalla Sardegna per colpa di una politica miope, succube della retorica antimilitarista e completamente scollegata dal reale, dalle concrete esigenze della difesa della Nazione, del futuro di tanti piccoli Comuni e di tanti sardi, non solo militari, che lavorano intorno ai nostri poligoni”, aggiunge l’esponente di FdI. Sarebbero stati, infatti, oltre 80 i velivoli interessati dalle operazioni e circa 5 mila i militari di varie nazionalità che sarebbero arrivati all’aeroporto di Decimomannu solo in quest’ultima esercitazione prevista. “Questo è solo l’ultimo scippo che altre Regioni italiane fanno ai danni dell’Isola mentre la Giunta Pigliaru sta a guardare e non chiede nulla in cambio al Governo”, denuncia Truzzu. “Ricordo, infatti, che adesso la ‘Trident Juncture 2015’ va nella Sicilia di Crocetta (Pd), ma già la Puglia di Vendola (Sel) si è accaparrata il progetto dei droni italiani, che sarebbe dovuto essere realizzato Perdasdefogu, scippo che causerà la perdita per la Sardegna di investimenti per svariati miliardi di euro, di non meno di 400 posti di lavoro altamente qualificati e di una ricaduta economica considerevole”. Già da tempo Fratelli d’Italia aveva avvisato che, proprio a causa della politica antimilitarista che pervade la Giunta regionale lo Stato Maggiore dell’Esercito aveva congelato la costituzione dei due reggimenti della Brigata Sassari, quello logistico a Cagliari e quello di artiglieria a Nuoro. In base a precedenti accordi dovevano essere costituiti, infatti, in Sardegna i due reparti che avrebbero impiegato a Cagliari circa 1000 militari, oggi di stanza nella Penisola. “Che cosa vuole fare il centrosinistra? A fronte dei tanti tavoli aperti con il Governo sulle servitù militari non si è ancora ottenuto nulla anzi, a causa di una strategia totalmente sbagliata, continuiamo a perdere alcune certezze acquisite e tante potenzialità anche lavorative”, conclude Truzzu. “Possibile che una decisione così strategica piova dall’alto senza che il Governatore sapesse niente? Di cosa ha parlato Pigliaru con il sottosegretario Rossi nei recenti incontri? C’è un’idea alternativa per lo sviluppo dei territori interessati dai poligoni? Servono risposte immediate, perché il rischio concreto è che si ripeta l’esperienza fallimentare di La Maddalena”.













