“Sono appena tornato a Cagliari, da Negrar, Verona, Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Ho visto cose che molti umani , ingiustamente, non hanno ancora potuto vedere. Macchine sofisticate e splendide, dotate della tecnologia, di uomini che come noi da sempre crediamo nella fisica e nella intelligenza artificiale, affidate alle mani di persone votate alla missione”. Inizia così il commovente racconto di Nicola Grauso, 76 anni, il migliore editore che la Sardegna abbia avuto, alle prese con una malattia, che però ha ritrovato grande speranza e vuole infonderla a tutti i sardi, avendo conosciuto una struttura che definisce all’avanguardia. L’ex editore dell’Unione Sarda, fondatore di Videolina, che portò Internet in Italia con Video On Line, ora di storia ne vuole raccontare un’altra che riguarda, per una volta, la buona sanità. ” Tecnici, fisici, medici decine di persone che meriterebbero di essere indicate ad esempio, una per una, dirette da un professore d’ Orchestra, Filippo Alongi : rumoroso a volte….ma taciturno e silenzioso nel rendere tutto efficiente e produttivo…..
NELL’ESCLUSIVO, FINALE E UNICO INTERESSE DEL MALATO. Ho visto trattate le mie metastasi cerebrali e il mio carcinoma a piccole cellule, una delle forme più aggressive di cancro che esistano, e ridurlo alla impotenza dopo le applicazioni dei protocolli di chemio e immuno del team del dottor Daniele Farci che da Cagliari , sin dal primo giorno della mia partenza per completare l’abbraccio fra le sue competenze e quelle della RADIOONCOLOGIA di Filippo Alongi mi sussurrò : ” io mi fiderei “. Dandomi la prima forza e convinzione. Ora dormirò due ore, perché anch’io le ho meritate. Ho capito che Negrar è affiancata da troppo pochi centri di eccellenza. Che esistono le macchine, ma che servono anche donne e uomini che a volte mancano. Competenti, ma dotati anche di senso estetico nel senso più ampio del termine. Il tema è lungo. Ma che vogliano o meno, noi ci batteremo per questo. Nel pubblico, nel privato e nel no profit. Ma Negrar , Ospedale Don Calabria da domani non sarà più il solo modello”.
Quindi non in particolare una struttura, ma proprio nuove tecniche per vincere la sfida con i tumori, un esempio che Grauso sta sperimentando con efficacia su se stesso. Dopo avere avuto la prima diagnosi del tumore ai polmoni a febbraio, non operabile, non si è arreso. Al cronista di Casteddu Online dice “non raccontare di me come personaggio, ma di questa nuova tecnica all’avanguardia, per dare una speranza a tutti i sardi che vogliono guarire”.
Dopo la pubblicazione del post, Nicola Grauso ha voluto precisare ulteriormente la sua situazione: “Migliore rispetto a cosa ? E in quale spazio e quale tempo ? Abbiamo tutti il desiderio di essere i migliori. Per orgoglio e per anche giusta ambizione In questa frazione di tempo mi sento tendere al meglio in tante espressioni. Ma se la notte in cui ho pubblicato il mio post su Facebook su Negrar, Sergio Zuncheddu non mi avesse chiamato alle 2.00 di notte, per offrire un grande spazio sull’Unione Sarda e su Videolina, alle mie riflessioni quale sarebbe stato il migliore Editore ?”, il pensiero di Grauso.
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