Né Solinas né Truzzu, al momento impegnati l’uno contro l’altro nella guerra dello stadio Gigi Riva. Il centrodestra si guarda intorno e guarda oltre, alla ricerca di un candidato terzo da proporre come presidente per fare il bis in Regione. Un candidato che in qualche modo sia fuori da sondaggi, consensi, ruoli di potere e giochi di palazzo, che restituisca alla coalizione un’immagine un po’ più autorevole di quella che dopo 4 anni è ai minimi consensi fra i cittadini e fra gli stessi alleati.
Quasi nulle le possibilità di essere ricandidato per Solinas, nonostante i ripetuti tentativi di tornare in sella con diverse operazioni mediatiche: Fratelli d’Italia non ha nessuna intenzione di dare alla coalizione il volto del governatore uscente, l’ha detto in tutti i modi e la questione sembra chiusa. Certo, c’è anche da dire che mancano ancora 10 mesi, che il consenso per la premier Meloni e il suo partito sta iniziando a calare, fisiologicamente e inevitabilmente, e che davvero ormai in una manciata di mesi tutto può cambiare. Ma è obiettivamente difficile, se non impossibile, che il centrodestra riproponga Solinas sebbene tornato nelle grazie di Salvini. Anche perché, con i suoi problemi giudiziari – un rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e un’inchiesta per corruzione e riciclaggio – per la coalizione è sicuramente più un problema che una risorsa.
Stesso discorso per Truzzu, fino a poco fa il più papabile fra i candidati del centrodestra, fedelissimo della Meloni, anzi meloniano della primissima ora, persino in odore di ministero, pronto al grande salto dopo aver guidato la città, considerando anche che a votare a Cagliari si andrà a giugno e dunque le sue dimissioni non peserebbero più di tanto dal punto di vista logistico.
Ma, per quello che sembrava il naturale candidato del centrodestra a Villa Devoto, la strada non è così in discesa. Stando a quanto trapela dai palazzi della politica, i sondaggi di gradimento non sono positivi, anzi: la maggior parte dei cagliaritani non è soddisfatta dell’operato di questi quasi 4 anni, soprattutto per la gestione dei rifiuti e la percezione di scarsa sicurezza in città, la malamovida alla Marina e le aggressioni in piazza del Carmine, per fare due esempi. A metterci il carico da novanta sono i cantieri, anzi la città cantiere che ha reso Cagliari invivibile per gli automobilisti e poco attrattiva per i turisti.
Aria nuova, dunque, nel centrodestra sardo alla ricerca del raddoppio: nelle prossime settimane il quadro sarà più chiaro con i primi nomi sul piatto.










