Pagati per un part time ma di fatto lavorando a tempo pieno, senza ferie. E se il dipendente si lamenta, o in caso di malattia, scatta il licenziamento in tronco. Succede in un locale notturno di Monserrato, dove a carico del gestore risultano una serie di denunce da parte di camerieri e cuochi. Dopo il caso del Peek a Boo e di una nota vineria al centro di Cagliari, l’inchiesta sullo sfruttamento e sul lavoro in nero si allarga.
La storia. “Ho cominciato a lavorare in questo locale l’anno scorso – racconta la giovane – Mi hanno fatto un contratto, senza aver mai versato i contributi, part time di quattro ore ma dovevo lavorarne otto, e questo è niente in confronto ai colleghi della cucina che con lo stesso contratto lavoravano fino a quattordici ore al giorno. Per queste otto ore giornaliere percepivo uno stipendio di 700 euro, alcuni colleghi anche 600: sottopagati, una vergogna, soprattutto se si pensa che la titolare ha sempre giocato sul ‘bisogno’ di alcune persone che avendo figli da crescere erano disposte a tutto. Tutto questo senza ferie, malattia, e se il dipendente sta male o si lamenta delle condizioni di lavoro viene licenziato. Le persone vengono assunte con contrattini fai da te e poi lasciate a casa di punto in bianco, trattate come oggetti. Io, persona estremamente onesta che detesta qualsiasi forma di sfruttamento, e che si batte per i diritti umani, ovviamente ero scomoda e per questo sono stata licenziata, con un sms. Ora, nonostante sia rimasta a casa, senza un soldo, perché ovviamente non mi ha pagato la liquidazione e nemmeno lo stipendio, sono lo stesso felice perché la serenità della coscienza non la pagano i suoi soldi. Ma denuncerò la situazione all’Ispettorato del Lavoro: voglio che vengano riconosciuti i miei diritti e che soprattutto non venga più sfruttato nessuno”.












