È caduto dopo due anni di liti. Tomaso Locci, sindaco di Monserrato è andato ko in aula sul bilancio. L’amministrazione era in esercizio provvisorio e la Regione aveva già diffidato il comune e imposto tempi stretti per l’approvazione. Il ko è stato fatale: la settimana prossima sarà nominato il commissario (che dovrebbe rimanere in carica circa un anno) e sindaco, giunta e consiglio torneranno a casa. Uno smacco per il centrodestra che, appena due anni fa, aveva conquistato la cittadina alle porte di Cagliari governata dal centrosinistra nell’ultimo ventennio.
Complice una spaccatura nello schieramento avversario, il giovane imprenditore vitivinicolo aveva sconfitto Tonio Vacca, ex sindaco per due consiliature, guidando una coalizione composta da Riformatori, Socialisti e alcune liste civiche.
Ma le prime difficoltà arrivano dopo sei mesi, quando il sindaco perde l’appoggio della vicesindaca e due consiglieri socialisti. Lo scorso anno riesce ad approvare il bilancio solo grazie all’appoggio esterno del capogruppo Pd. E poi altre fratture, col gruppo Monserrato la tua città, poi coi Riformatori e infine col suo stesso gruppo politico Monserrato Libera. E oggi bocche cucite in maggioranza e lo stesso Locci si rifugia dietro un “no comment”. L’opposizione gli rimprovera “una gestione padronale e conflittuale del consiglio e della sua maggioranza oltre a un’azione poco incisiva dei vari assessorati e cattivi rapporti anche coi dipendenti”, commenta Andrea Zucca, Leu.
Il giovane sindaco era stato indicato dai Riformatori (Michele Cossa su tutti), ma recentemente si era avvicinato a Forza Italia, a Cicu e a Cappellacci, che vedeva in lui un possibile sfidante in chiave anti Zedda e Puddu per le prossime regionali. Ma il ko di oggi suona come un campanello d’allarme per il centrodestra sardo che difficilmente potrà puntare su Locci anche alle prossime comunali di Monserrato del 2019.











