“Da ottobre avrei dovuto iniziare la riabilitazione, ma siamo quasi ad aprile e sono ancora senza cure, costretto a stare a casa di mia sorella, in mezzo al salone, senza nemmeno un bagno adatto per potermi fare una doccia”. “Esausto”, si definisce così l’uomo che da luglio lotta con le conseguenze di gravissimi traumi riportati. Una vita stravolta e che attende di iniziare le cure verso l’autonomia fisica, anche solo quella di prendere in mano coltello e forchetta per mangiare. “Siamo quasi ad aprile e sono ancora senza cure, costretto a stare a casa di mia sorella, in mezzo al salone, senza nemmeno un bagno adatto per potermi fare una doccia. Posso uscire solo quando qualche amico è disponibile ad aiutarmi, ma con grande difficoltà a causa degli scalini che rendono ogni spostamento complicato”. Da ieri ha intrapreso lo sciopero della fame per richiamare l’attenzione sul suo caso. “Ho bisogno di assistenza continua per le necessità più basilari: dal cambio del pannolone al sollevarmi dal letto per mettermi sulla carrozzina, fino ad azioni semplici come tagliare la carne per poter mangiare. Dipendere dagli altri per ogni cosa è frustrante e umiliante”.