È compito dello Stato italiano rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale. Questo, è affermato nell’articolo 3 della Costituzione Italiana, che recita così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
In teoria è così, ma in pratica non lo è affatto. In riferimento alla mobilità in deroga, infatti, questa è diventata un vero incubo per 17.373 lavoratori disoccupati che dal mese di gennaio 2014 non percepiscono l’assegno di sussidio. Per le istituzioni (forse) questi sono soltanto numeri, ma in realtà non lo sono per tutte quelle persone costrette alla fame da tanti mesi, fra queste molti padri di famiglia che non riescono a mantenere se stessi e di conseguenza neppure i propri familiari a carico. Tutto questo è dovuto al “taglio” dei fondi del governo Renzi. Siamo quindi di fronte ad un esercito di persone lasciate allo sbando senza sussidi dalle nostre istituzioni. «E la pari dignità dov’è?”», si chiedono in tanti. Fra questi, Riccardo Assorgia, disoccupato, che sbotta tutta la sua rabbia per queste ingiustizie sociali: «Non ci sono i soldi per le coperture, è la solita frase che ci si sente dire oramai da tempo, ma poi, vedi ex politici condannati che, nonostante la condanna, percepiscono il vitalizio. A questo punto mi chiedo: è normale in uno Stato civile che ai cittadini onesti non venga riconosciuto un loro diritto, mentre a un condannato sia concesso il vitalizio?». Il malcontento nasce anche dal fatto che qualche tempo fa l’assessore regionale al Lavoro, Virginia Mura (nel riquadro), aveva annunciato che erano in arrivo da Roma 55 milioni di euro del 2014, per i lavoratori sardi in cassa integrazione e mobilità in deroga. Ma la spiacevole sensazione è che purtroppo, a tutt’oggi mancano i fondi per la copertura. E, in particolare, dopo la sforbiciata fatta dal Governo Renzi nel 2014, mancano all’appello 174 milioni di euro. I fondi stanziati sono stati sinora sufficienti per pagare una parte delle prime due mensilità del 2014, poi nient’altro. La situazione quindi sta cominciando a diventare insostenibile, i tempi si allungano ed i lavoratori in mobilità sono preoccupati e stanno perdendo la pazienza. O, forse, l’hanno già persa.