Vicini, a meno di un metro di distanza l’uno dall’altro, accanto a due pietre. Senza vita, uccisi ognuno da un colpo dello stesso fucile. Un tragico incidente, dicono gli inquirenti, ma sarà l’esame necroscopico a chiarire dinamica e dubbi. Secondo quanto ricostruito finora, Giacomo Desogus, 28 anni, e Matthias Steri, 27, erano usciti insieme, come insieme erano sempre e da sempre, per una battuta di caccia. A un certo punto, dal fucile che imbracciava Matthias è partito per errore il colpo che ha centrato alla nuca Giacomo, uccidendolo sul colpo. Preso dalla disperazione e dal rimorso, Matthias avrebbe rivolto il fucile contro di sé e si sarebbe tolto la vita. Ma resta ancora da chiarire chi dei due ha sparato per primo. Il fucile con cui è stato compiuto l’omicidio-suicidio, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, era di proprietà di Desogus, che era l’unico ad avere il porto d’armi. Intorno alle 23 di ieri i familiari, non vedendoli rientrare, hanno fatto scattare l’allarme. I telefonini che squillavano a vuoto e le ore che scorrevano senza notizie hanno fatto immediatamente capire che qualcosa di terribile doveva essere successo: dopo l’allarme, la prefettura è stata immediatamente informata ed è stato attivato il piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse. I carabinieri si sono messi sulle loro tracce seguendo il segnale gps dei telefoni cellulari, rimasti accesi per tutto il tempo, e li hanno trovati, senza vita, intorno alle due di notte nelle campagne di Santu Lianu, in località Mela Murgia, nelle campagne di Quartu Sant’Elena, terza città della Sardegna nell’immediato hinterland di Cagliari.
“La notizia giunta oggi riguardo i due ragazzi quartesi ritrovati senza vita nelle campagne ha lasciato tutti senza parole”, commenta addolorato il sindaco di Quartu Sant’Elena, Graziano Milia. “La perdita improvvisa di familiari o amici è sempre difficile da accettare. Lo è ancora di più quando vengono coinvolti dei giovani, che sono la linfa della nostra società. Esprimo il mio personale cordoglio, quello dell’amministrazione comunale, di tutta la comunità quartese per quanto accaduto a Santu Lianu e mando un abbraccio alle famiglie in questo momento di dolore, nel quale diventa ancora più importante da parte di tutta la comunità manifestare la propria vicinanza e la propria sensibilità”, conclude Milia.
Inevitabile l’ennesima polemica sulla caccia, con tanto di richiesta di abolizione. Il gruppo d’intervento giuridico (Grig) e la lega per l’abolizione della caccia (Lac) denunciano l’assenza di misure concrete da parte del governo e del parlamento “per affrontare la crescente tragedia degli incidenti di caccia”. In una nota congiunta, le due associazioni criticano duramente le istituzioni, che, a loro avviso, non solo ignorano il problema, ma continuano a promuovere iniziative legislative che ampliano l’attività venatoria senza tenere conto dei rischi per la sicurezza pubblica. Le statistiche fornite dall’associazione vittime della caccia (Avc) sono allarmanti: tra il 1° settembre e il 21 novembre 2024, sono stati già registrati 38 incidenti mortali e feriti, coinvolgendo sia cacciatori che non cacciatori, con 12 morti e 56 feriti, di cui 28 erano persone non cacciatrici e anche sette minorenni. Fra le regioni più colpite c’è proprio la Sardegna.