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Mario Mura, il re del calcetto cagliaritano: “Fare sport aiuta a risolvere i problemi della vita”

di Gianfranco Carboni
15 Settembre 2019
in calcio, il-diavolo-sulla-sella

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Mario Mura, il re del calcetto cagliaritano: “Fare sport aiuta a risolvere i problemi della vita”
Buongiorno Mario Mura, tu sei uno dei più qualificati e conosciuti allenatori sardi di Calcio a 5. Si può raccontare?
Ho avuto la fortuna di giocare fin da piccolo prima a Calcio a 11 e poi a Calcio a5 e questo mi ha permesso di conoscere tantissime persone in tutta Italia. Terminata l’avventura da giocatore ho intrapreso il ruolo di allenatore che tuttora svolgo.
Da quando fai attività sportiva e che sport hai praticato?
Credo di aver iniziato a giocare a Calcio dall’età di 10 anni, nella Jupiter di Pirri. Nel 1993 ho deciso di cambiare e provare al Calcio a5 nella Delfino Cagliari e da lì è iniziata la mia carriera da “calcettaro” prima e da allenatore poi. A livello amatoriale gioco a Tennis, Padel e qualche partitella con gli amici a Calcio a7.
Il tuo palmares da giocatore e da allenatore?
Da giocatore di calcio a 5 ho fatto tanti campionati Nazionali e ho avuto l’onore di vestire la maglia azzurra. Ho fatto parte del gruppo che ha partecipato ai Mondiali Universitari a Cipro e a un prestigioso Torneo in Brasile dove perdemmo la finale proprio contro i mostri sacri dei padroni di casa. Due anni di intensa attività in maglia azzurra con vari tornei in Europa. Da 12 anni faccio l’allenatore di calcio a5. Due promozioni dalla C1 alla serie B, ho vinto una Coppa Italia nel 2013 con le ragazze del Sinnai e perdemmo la semifinale scudetto ai supplementari, negli ultimo due anni ero a Sestu in Serie A2, un quarto e un terzo posto e partecipazione alle final four di coppa Italia. Ho avuto l’onore di allenare la rappresentativa sarda che ha partecipato al Torneo delle Regioni.
Sei stato il primo giocatore sardo in Nazionale? Presenze?
No, prima di me c’è stato Davide Mura. Se la memoria non mi inganna ho 13 presenze ufficiali e un Mondiale Universitario. Si percepisce dal tuo curriculum che l’attività sportiva è una tua passione? Esatto. Lo sport ha avuto un ruolo determinante per la mia crescita. Una passione che ho coltivato fin da piccolo e che spero ancora possa accompagnarmi ancora per tanto tempo. Io giocavo a pallone in mezzo alla strada.
Tu dove hai iniziato?
La nostra generazione è cresciuta in strada, tantissime ore ogni giorno, poche regole ma tanto agonismo, partite infinite. Si rientrava a casa stanchi ma felici. L’anno sportivo inizia a Settembre.
Cosa consiglieresti a un neofita ed a un esperto?
Il consiglio che posso dare è fare sport. Farlo con passione, impegno e divertimento. Lo sport è uno strumento di inclusione, partecipazione e aggregazione sociale nonché uno strumento di benessere psicofisico e di prevenzione.
Lo sport come miglioramento dei rapporti sociali e in questi tempi di attenzione estrema a social e web, una buona terapia per i giovani?
Purtroppo i giovani oggi passano troppo tempo navigando su Internet, l’uso dei social in modo esagerato. Penso che un equilibrio si possa trovare e che gioverebbe a tutti. Sicuramente la vita quotidiana di oggi è ben diversa da quella di 30 anni fa e di questo bisogna tenerne conto. Il web sicuramente è presente nella vita di tutti i giorni della stragrande maggioranza di persone ma penso anche che bisogna trovare il tempo per dedicare alla giornata qualche ora di sano sport. Lo sport ti permette di interagire con tante persone, di socializzare.
Lo sport aiuta tantissimo: attraverso lo sport praticato in modo serio è possibile ritrovare la motivazione per reagire davanti a un problema o ad un trauma subito?
Sono d’accordo. Lo sport spesso è una sana medicina che può risolvere i problemi del quotidiano. Lo sport inteso come miglioramento psicofisico ma non solo. A tutti è capitato di andare al campo e di avere nella testa un problema. L’attività fisica ti aiuta a scaricare la tensione generata dal problema e il parlare a volte con un tuo compagno o con il tuo allenatore spesso porta alla soluzione del problema.
A tuo avviso lo sport può essere anche un lavoro?
In pochi riescono a guadagnare tanti soldi dallo sport. Ma sono convinto che lo sport può aiutare a trovare un lavoro. 
Un’ultima domanda mister, il segreto dei tuoi successi sportivi?
La mia famiglia ha un ruolo fondamentale. Ho la fortuna di avere un lavoro stabile che ci trasmette tranquillità e serenità. Ma faccio tanti sacrifici per cercare di fare al meglio le cose che faccio. Nulla ci viene regalato! Tanta passione, divertimento ma anche impegno e studio.
Gianfranco Carboni
Tags: calcettomario mura
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