I resti del cadavere carbonizzato sono ancora al Policlinico di Monserrato. Da lì è stato estratto il Dna, che è ora sotto la lente d’ingrandimento dei Ris. Quelli di Cagliari? No: “Quelli di Roma. È dalla Capitale che attendiamo la risposta fondamentale, ovvero se quelli sono o meno i resti di Luca Congera”. Così Gianfranco Piscitelli, legale della madre e delle sorelle del 50enne scomparso ormai quasi otto mesi fa da Quartu Sant’Elena. Un’attesa che sembra essere snervante, almeno stando all’analisi fatta da Piscitelli: “Sino a quando non ci sono i risultati, Congera rimane uno scomparso e non si può dire se sia stato ucciso o se si sia suicidato”. All’ipotesi che il quartese abbia deciso volontariamente di farla finita, però, Piscitelli non crede neanche un po’: “Ho presentato la richiesta di rigetto all’archiviazione del caso”. Troppe, a detta di Piscitelli, le cose che non tornano: “Tutta una serie di elementi e ipotesi non sono stati approfonditi. Ho letto il fascicolo depositato con la richiesta di archiviazione, ho notato che alcune cose non sono state fatte, o fatte senza il dovuto approfondimento. Si è data per scontata sin dall’inizio la tesi che Congera si sia suicidato”.
E così, in una situazione di attesa totale, il prossimo round nell’aula del tribunale di Cagliari è fissato tra tre mesi esatti: “Il cinque febbraio 2019 riprenderà la discussione sull’opposizione alla richiesta di archiviazione, è stato necessario rinviarla proprio perché manca il risultato del Dna”.












