La strage inarrestabile dei femminicidi, basta parole servono fatti. E subito

Sono 84 le donne assassinate per mano di compagni, ex mariti o fidanzati nel 2021 in Italia. Un trend impressionante che non si riesce a fermare. Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione contro le violenze di genere ma servono soluzioni più efficaci.


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Otto donne uccise negli ultimi dieci giorni, l’ultima di appena 21 anni e con una bimba di due. 84 femminicidi dall’inizio del 2021, quasi tutti in famiglia. E quasi tutti per mano di ex compagni, mariti o maschi respinti. Una strage inarrestabile e dal sapore medioevale. Una scia di sangue che racconta dell’incapacità di questo Paese anche solo di tutelare donne che hanno il diritto di riprendersi la loro vita uscendo dalle spirali tossiche in cui si sono trovate o cacciate. Leggi, parole, interventi, dibattiti. Quanta inutilità, se poi non si riesce neanche a controllare che chi non deve avvicinarsi si avvicina, che chi non deve entrare entra, che chi deve stare a chilometri di distanza è a una manciata di asfalto dalle case delle stragi. Dati drammatici quelli di quest’anno che doveva essere di ripresa e di rinascita, ma evidentemente non per le donne, sempre e da sempre costrette a percorrere la strada stretta dell’indipendenza e della libertà dovendosene sentire in colpa.

I motivi dei femminicidi sono sempre gli stessi: maschi lasciati, separazioni, divorzi. E l’incapacità di accettare che si è ben lontani dall’essere quello che si era stati: un marito, un compagno, un fidanzato. E’ lì che scatta il senso del possesso, ancora considerato normale proprio per impostazione culturale, dell’uomo nei confronti della donna. Non ti posso avere? Allora ti ammazzo. O ti picchio. O ti distruggo pensieri e autostima.

Un meccanismo perverso e malato. Che alimenta un elenco di vittime che si allunga giorno dopo giorno. Il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione che chiede leggi e politiche mirate contro tutte le forme di violenza e discriminazione basate sul genere: contro le donne e contro le persone Lgbtiq+, sia offline che online. Il testo è stato approvato con 427 sì, 119 no e 140 astensioni. Servirà? A poco o niente, purtroppo. Le parole restano parole, le leggi restano scritte nero su bianco e i femminicidi restano delitti orribili.

Nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto all’anno precedente, sia per telefono, sia via chat (+71%). Con un boom da fine marzo, in corrispondenza del lockdown scattato per la pandemia. Guardando più indietro, il 2018 si è chiuso con 141 donne vittime di omicidio volontario, e il 2019 con 111, l’88,3% delle quali uccise da una persona conosciuta: quasi metà dal partner, l’11,7%, da un uomo con cui erano state in passato, il 22,5% da un familiare.

Di fronte a numeri così non ci si può voltare dall’altra parte.

Bisogna fare qualcosa, subito.


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