Aperto “a maggio 2019” in via Eligio Porcu a Quartu Sant’Elena, chiuso a novembre 2020. Non c’è un fallimento imprenditoriale, però, dietro le serrande abbassate della Taverna Sant’Elena. Il locale, gestito da Davide Portas (già alla guida del ristorante Cortexandra a Sestu) ha chiuso perchè “il Governo non ci ha riconosciuto nessun sostentamento. Abbiamo aperto a maggio dell’anno scorso, per avere la percentuale del fatturato mancato viene preso, come riferimento, il mese di aprile. A noi, quindi, non ci spetta nulla”, racconta il 38enne, contattato da Casteddu Online. “Il nostro era un locale notturno”, e con le nuove regole, dalle diciotto si può lavorare solo con l’asporto o con il servizio a domicilio: “A pranzo non stavamo lavorando, siamo anche vicini al Comune ma tutti lavorano in smart working. Nella taverna lavoravano cinque persone, per tutti abbiamo fatto la domanda della cassa integrazione”.
“Pagavamo duemila euro al mese di affitto, non sono certo se riusciremo a riaprirlo”, spiega Portas. Sulla pagina Facebook del ristorante taverna Sant’Elena c’è un lungo post, dove viene ulteriormente spiegata la situazione e le ragioni che hanno portato allo stop: “Non avremmo mai voluto scrivere questo post, purtroppo il ristorante pizzeria Taverna Sant’ Elena si deve fermare. In questo momento di pandemia i costi sono troppo elevati per permetterci di andare avanti, per un locale prettamente notturno pur avendo tentato di reinvetarci con il servizio a pranzo e asporto, i costi sono insostenibili. Sarcasticamente vorremmo ringraziare il nostro governo per non averci lasciato soli. Per averci escluso da qualunque forma di sostegno, poiché avendo aperto a giugno 2019 (e non da almeno aprile 2019) non ci ritiene degni di riceverne. Vorremmo ringraziarlo anche per non aver fermato tasse, per non aver aiutato con gli affitti (il credito d’imposta ci viene respinto, chi affitta un immobile pretende giustamente il pagamento in contanti) sostenendo che noi potessimo onorare le scadenze a locale chiuso. Grazie anche per non averci riconosciuto sconti sulle forniture di energia elettrica, per essere stato puntualissimo nell’erogazione delle casse integrazioni dei nostri dipendenti. Meglio non continuare, ci limitiamo a ringraziarti per aver demolito un nostro sogno costruito sui nostri sacrifici. Detto ciò, ci sentiamo di ringraziare stavolta di cuore tutti i nostri clienti e amici per esserci stati sempre vicino, dimostrandoci tantissimo affetto. Vi inviamo un abbraccio enorme, ringraziando per averci sostenuto e incoraggiato nei momenti difficili, soprattutto a marzo quando abbiamo avuto la prima chiusura. Ci abbiamo provato, ma questa seconda ondata è stata troppo pesante, troppo ravvicinata alla prima, non ci ha dato scampo. Il nostro è un arrivederci, con la speranza che tutto possa evolversi al meglio. A presto”.









