Una fuga lenta ma costante. La Quartu che scompare è tutta nei dati forniti dall’Istat all’amministrazione comunale: tra dicembre 2014 e gennaio 2020 è “scomparso” quasi il cinque per cento della popolazione: 4,85%, per l’esattezza. Al netto sono 2999 cittadini che hanno lasciato la terza città della Sardegna per altri lidi o che sono morti. Il saldo nel quinquennio è comunque negativo. Se prima c’erano 71282 abitanti, ora ce ne sono 67823. I dati sono contenuti all’interno della delibera della Giunta guidata dal sindaco Graziano Milia legata all’aggiornamento delle tabelle parametriche degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria. Funziona così: se il calo demografico è superiore all’uno per cento, e nel caso di Quartu è di cinque volte tanto il limite di guardia, grazie a un decreto regionale del 1978 c’è la possibilità di abbattere del venti per cento gli oneri per realizzare o ristrutturare una casa, un’attività ricettiva, una artigianale o una industriale. Insomma, dalle abitazioni private agli alberghi, passando per i negozi, si spenderà meno per un restyling o per tirare su da zero una struttura.
Spetterà adesso al Consiglio comunale approvare, o modificare, i documenti stilati dalla giunta: al netto dei costi (si va da pochi centesimi a 12/13 euro a metro cubo) si passerebbe da un costo di costruzione dell’8,80 per cento a poco più del sette per cento.