Il caos di stamattina al porto di Cagliari si è placato di pomeriggio. Una cinquantina di barche, unite fra loro con delle funi, avevano impedito alle navi di entrare: la protesta dei pescatori di ricci del sud Sardegna è rientrata dopo il vertice positivo in prefettura. Un punto di sbarco sicuro per i pescatori di ricci cagliaritani in trasferta nell’Oristanese per evitare problemi con i colleghi della zona di San Vero Milis: la Capitaneria di porto di Cagliari ha infatti garantito il massimo impegno per trovare una soluzione immediata. Anche mettendosi in contatto presto con quella di Oristano.
Il proposto di un’intesa, insomma, volta a tranquillizzare i pescatori, la cui delegazione è stata accolta con disponibilità in prefettura. Quattro di loro hanno presentato al prefetto il loro piano di gestione dell’attività subacquea professionale, che prevede la modifica del decreto di pesca dei ricci. Con, in primis, punti di sbarco ufficiali, magari presidiati dalla Forestale, per evitare scontri tra “cagliaritani” e “oristanesi”.
Ma ci sarebbe un’altra richiesta, quella della riduzione dell’orario di pesca. Ora i ricci possono essere pescati dall’alba al tramonto: l’orario giusto per lo stop, spiegano i delegati, è le 14. E non finisce qui, perché in base a quanto richiesto, dovrebbero essere “eliminati” i cosiddetti “dilettanti”. Ci siamo resi conto – dice il documento presentato dai pescatori – che chi è autorizzato a pescare cinquanta ricci eccede, trasformando quello che dovrebbe essere un hobby in una piccola impresa familiare.
Tra le richieste anche un piano di riconversione delle autorizzazioni. Troppe ora, per chi deve andare avanti soltanto con questo lavoro. Attuato il piano, i pescatori sarebbero anche pronti a passare da tremila a duemila ricci al giorno.











