Cagliari, “Joint Stars of Charity” 10 – 11 maggio 2025: si accende il dibattito politico. Al centro della polemica, una serie di iniziative organizzate per promuovere un’immagine delle forze armate come vicine e utili alla cittadinanza sarda, non tanto per il loro ruolo strategico in caso di conflitti internazionali, quanto piuttosto come fornitrici di servizi civili gratuiti, come screening sanitari, eventi sportivi e spettacoli per bambini, accusate di essere strumentalizzate a fini di “propaganda bellica”.
A prendere posizione è Pierluigi Mannino, consigliere comunale fdi, che in occasione del 164° anniversario dell’Esercito italiano ha affidato ai social un messaggio forte e diretto, condividendo una celebre citazione del filosofo Oswald Spengler — “Alla fine è sempre un plotone di soldati a salvare la civiltà” — Mannino ha voluto replicare a chi contesta l’iniziativa. “È bene ricordare – scrive Mannino – che pace, sicurezza e integrità territoriale non sono privilegi garantiti, ma conquiste ottenute attraverso il sacrificio di uomini e donne che ogni giorno mettono a rischio la propria vita. Chi definisce la “Joint Stars” come propaganda bellica – ha aggiunto – ignora l’importanza della preparazione e della cooperazione tra le forze armate. Basta con la dietrologia e la propaganda politica spicciola, soprattutto oggi, mentre celebriamo la nascita dell’Esercito italiano”. Le contestazioni arrivano soprattutto dai gruppi di centrosinistra facenti parte della maggioranza, e da 62 associazioni che si oppongono all’iniziativa “Joint Stars of Charity”. Nel mirino, in particolare, alcune attività solidali previste durante l’evento, come gli screening medici gratuiti a bordo di una nave militare, una raccolta fondi per due posti letto in terapia intensiva pediatrica all’ospedale Brotzu, una manifestazione sportiva e uno spettacolo per bambini. Secondo i detrattori, si tratterebbe di iniziative civili utilizzate per legittimare e mascherare una presenza militare massiccia, trasformando un evento di beneficenza in un’operazione di consenso a favore dell’apparato bellico. Da qui, la richiesta esplicita a Regione e Comune che hanno patrocinato l’evento di prendere le distanze.