Ottantacinque euro all’ora, oltre 500 euro al giorno, per accogliere e curare in pronto soccorso i casi meno gravi, l’ordinaria amministrazione insomma. Codici rossi, emergenze, straordinari e turni infiniti resteranno a carico dei medici delle Asl. I medici in affitto tornano, con meno polemiche che in passato, ché si sa, ci si abitua a tutto: la disastrosa sanità della Sardegna ricorre ancora una volta ai medici in affitto, con un bando della Regione che in un anno ai sardi costerà 10 milioni di euro.
La pratica dei medici in affitto fu introdotta a suo tempo da Solinas, travolto dalle polemiche dei consiglieri regionali dei 5 stelle, che gridarono allo scandalo: sono gli stessi che oggi, nella maggioranza alla guida del governo regionale, quella pratica l’hanno riesumata considerandola necessaria per far sopravvivere i pronto soccorso e scongiurarne la chiusura. I medici saranno in servizio al San Gavino (Asl Medio Campidano), al Sirai e al Cto (Asl Sulcis), al Giovanni Paolo II, al Paolo Merlo e al Paolo Dettori (Asl Gallura), al San Francesco e al San Camillo (Asl Nuoro), al San Martino, al Delogu e al Mastino (Asl Oristano).
E’ la seconda volta che la giunta regionale a guida 5 stelle utilizza un provvedimento voluto da Solinas e all’epoca fortemente contestato proprio dai pentastellati. La prima riguarda la legge poltronificio, ovvero la legge con cui Solinas aveva dotato presidenza e assessorati di staff di consulenti extra large: i 5 stelle gridarono allo scandalo e si stracciarono le vesti, ma quella legge è stata mantenuta e anzi tutti i posti da consulente occupati nel giro di pochi giorni.