Ampia partecipazione al progetto “Famiglie in pari”, un supporto concreto ai bambini in difficoltà.
Fare rete, aiutare, in questo caso, i cittadini più piccoli che, per qualsiasi motivo, si trovano in un contesto poco sereno e accoglierli anche dentro le proprie mura domestiche o accompagnarli nei vari percorsi sociali, culturali ed educativi è sinonimo di estremo altruismo: questa preziosa dote sta prevalendo tra i monserratini che, coinvolti in prima persona nel progetto realizzato dal Comune, si mettono a disposizione dei bambini che attraversano un periodo delicato in famiglia. Una grandissima mano d’aiuto, una solidarietà concreta e costruttiva che, con piccoli ma immensi gesti, risolve tanti problemi e permette di affrontare le difficoltà in maniera serena.
Il progetto “Famiglie in pari” – famiglie d’appoggio – offerta migliorativa all’interno del set (servizio educativo territoriale) è gestito dalle cooperative sociali Alfa Beta e laboratorio sociale (consorziate nel consorzio network etico) presso il comune di monserrato ed è coordinato dalla pedagogista Cinzia Corsini e seguito dalla psicologa Rossana Concu e dalla pedagogista Luisa Cancedda. Il percorso, prevede diversi step: “Ha avuto inizio nel marzo 2022 con il coinvolgimento di associazioni, di una parte del mondo del volontariato e delle parrocchie. Si sono organizzati, in ciascuna parrocchia, degli incontri di sensibilizzazione e sono iniziate le prime adesioni. La strategia programmatica – spiegano le professioniste – prevedeva un percorso graduale di approfondimento sulle tematiche legate all’accoglienza. L’accoglienza positiva ha spinto le operatrici ad andare avanti, tanto da organizzare, con il pieno sostegno dell’amministrazione comunale e delle assessore Lerz, Stara e Boscu, il primo incontro di presentazione aperto a tutta la comunita’. La presentazione, avvenuta il 3 marzo presso la sala polifunzionale del comune, sarà ripetuta in altre date ed in altre sedi per sensibilizzare più persone possibili. I prossimi step prevederanno la sensibilizzazione negli istituti scolastici del territorio, con l’intento di spingere il progetto fino a toccare l’area metropolitana, e, successivamente, dei percorsi di approfondimento e di formazione organizzati per piccoli gruppi”.
Per famiglia d’appoggio si intende una coppia con o senza figli oppure single. È una forma di accoglienza che si colloca diversamente rispetto all’esperienza dell’affido regolarizzato dal tribunale ed implica fornire la propria disponibilità a sostenere minori che si trovino in una situazione di disagio familiare con modalità e frequenza variabili, organizzate in base alle esigenze del minore e della disponibilità della famiglia d’appoggio e mantenendo i rapporti con la famiglia d’origine.
Nello specifico, ecco alcuni esempi: accoglienza di pronto intervento nel caso di periodo di malattie e/o ricovero del genitore.
Accompagnamento dei minori verso forme di autonomie o in attivita’ di tempo libero.
“La famiglia d’appoggio è un’importante risorsa per sostenere ed aiutare famiglie e minori in situazioni di disagio e difficoltà, contribuendo, in un’ottica di prevenzione, a costruire reti solidali che possano evitare il degenerare delle situazioni di crisi. Se i segnali di disagio non vengono intercettati all’origine e non si interviene, questi sfociano in problemi più grossi ed è necessario intervenire con azioni, talvolta, regolamentate dal tribunale”.
“Le assessore Fabiana Boscu e Emanuela Stara, rispettivamente all’istruzione e alla cultura, si sono dimostrate disponibili a collaborare per la realizzazione del progetto, mettendo in campo la loro esperienza i loro settori, attraverso i quali verrà diffuse le informazioni per poter aderire al progetto” spiegano Claudia Lerz, assessora alle politiche sociali e le professioniste. “Ci stanno contattando diversi cittadini interessati a capire di che cosa si tratta. In tanti hanno sentito parlare per la prima volta ora del progetto e questo ci fa capire quanto la diffusione a 360gradi attraverso i vari settori dell’amministrazione sia fondamentale affinché un progetto così importante possa essere conosciuto e soprattutto affinché si riesca a coinvolgere il più alto numero possibile di cittadini come genitori d’appoggio. Serviranno genitori d’appoggio con diversi profili e interessi: dal ‘genitore’ più predisposto e meglio organizzato per contribuire a dare supporto verso bambini appena venuti al mondo o comunque ancora piccoli al ‘genitore’ più disponibile con bambini più grandi rispetto alla possibilità di accompagnarli e supportarli dove si renderà necessario curando attività ad esempio quali doposcuola, sport, visite in biblioteca ma anche tutto ciò che normalmente rientra nella vita di un bambino e che gli dovrebbe essere garantito. Una grande possibilità anche per chi ha sempre desiderato rendersi utile nei confronti del prossimo e per chi non ha avuto la possibilità di vivere la genitorialità in prima persona. Un’esperienza unica e fortemente arricchente quindi non solo per i bambini ma anche e soprattutto per coloro che sceglieranno di diventare genitori d’appoggio”.











