Il genio visionario di Jan Fabre, incontra la fisicità straordinaria del performer Cèdric Charron. Succede in “Attends, attends, attends…(pour mon père)”, spettacolo di cui Fabre firma regia, testo, luci e coreografia che approderà a Cagliari il 5 maggio all’Auditorium del Conservatorio P.G. Palestrina alle 21.
L’appuntamento sarà l’ultima tappa di MeravigliOZamente, la rassegna organizzata dall’associazione Expopteatro ed incastonata all’interno della 13 esima edizione del Festivalguer, allestita con il contributo della Fondazione Meta.
L’allestimento sarà un’occasione unica per assistere ad una performance dalla straordinaria poesia e forza evocativa, cucita addosso al danzatore Cédric Charron, uno dei “guerrieri di bellezza” arruolati da Troubleyn, la compagnia cosmopolita creata da Fabre ad Anversa. Con “Attends, attends, attends… (pour mon père) l’artista belga riflette ancora una volta sul mistero del passaggio finale, da sempre al centro della sua ricerca, scandagliando il misterioso connubio fra orrore e bellezza, fra vita e morte.
Il palcoscenico diventa così metafora di un luogo indefinito in cui si traspone un emozionante rituale d’addio di un figlio per il padre. La straordinaria interpretazione del performer Cédric Charron, farà il resto, rendendo “Attends, attends, attends… (pour mon père),uno degli un assoli più intensi per poesia e capacità di catturare in ogni senso il pubblico scritti dal geniale Jan Fabre, impegnato, tra l’altro, in questi giorni a Firenze con la mostra “Spiritual Guards” che ha conquistato il pubblico.
Fabre, considerato uno degli artisti più promettenti della scena internazionale, torna in Sardegna dopo quattro anni di assenza proprio con “Attends, attends, attends…pour mon père”, performance che riunisce e esalta il suo l’immaginario poetico.:E così la fisicità di un ballerino straordinario come Charron intrecciata all’arte visionaria di Fabre, tessono le trame di un un dialogo tra un figlio e un padre che si trasforma in un confronto tra la vita e la morte, tra la realtà e i suoi fantasmi. La corporeità debordante ed animalesca che trasuda dallo spettacolo scuote e cattura lo spettatore, accompagnandolo alla scoperta di un viaggio spirituale ed emotivo intriso di poesia.













