Per Quartu un “Capodanno da flop”, quello targatp Contini. Almeno secondo Stefano Delunas, candidato alle pèrimarie del Pd quartese, che attacca con una nota: “Organizzare un Capodanno in piazza nella terza città della Sardegna richiede ben più dei 15 giorni di preparativi: eppure l’Amministrazione Contini pare non abbia tenuto conto di questa perla di saggezza. Probabilmente la giunta del centrodestra ha sperato che, la validità professionale dei gruppi chiamati ad intrattenere il pubblico, potesse in qualche modo supplire le carenze organizzative. Ma così non è stato. Ci si è messo anche il clima a remare contro, particolarmente rigido, con tanto di nevicata. Tutto prevedibile, era la notte del 31 dicembre! Ma sopratutto perchè le famiglie di Quartu avrebbero dovuto partecipare ad un evento che, secondo le intenzioni della nostra Amministrazione, aveva le carte in regola per competere con i festeggiamenti di Cagliari, Alghero e Castelsardo? Gli errori sono stati tanti, e la carenza di pubblicità non ha certo aiutato: una buona promozione sui media locali, pianificata con largo anticipo, avrebbe probabilmente aiutato i cittadini di Quartu a scegliere con maggior cognizione di causa.
Il sindaco di centrodestra sognava probabilmente di regalare “ per amore” un grande evento che lo riconciliasse culturalmente con i suoi concittadini, vista la pochezza di eventi culturali e di spettacoli che ha contraddistinto la sua Amministrazione in questi ultimi quattro anni e mezzo. Probabilmente Mauro Contini sperava di poter salire sul palco, avendo davanti migliaia di concittadini, e di porgere gli auguri di buon anno a nome della sua giunta:peccato che assessori e consiglieri abbiano disertato l’evento. Hanno preferito altre piazze, più organizzate! Ciò di cui dobbiamo rammaricarci è che l’ennesimo fallimento di una giunta, ormai giunta al capolinea, sia costato oltre 15.000 euro! Io avrei utilizzato in altro modo quella cifra: d’intesa col mondo del volontariato e del sociale presente in città e della grande distribuzione commerciale, avrei trasferito la somma alle Conferenze Vincenziane, alle Caritas cittadine e alle associazioni di volontariato che si occupano di assistenza sociale con l’obiettivo di organizzare una cena “ solidale “ per le tantissime persone disagiate e senza fissa dimora. Avrei, inoltre, attivato le parrocchie, formidabili “ antenne sociali “, per questo grande evento di solidarietà umana e coinvolto i gruppi musicali e il duo di comici ( a cui avrei riconosciuto il cachet): tutti insieme avremmo cercato di far trascorrere una notte diversa alle tante persone indigenti: per qualche ora avrebbero dimenticato i loro gravi problemi di emarginazione”.











