Iglesias, rubavano i gioielli di famiglia: chi sono i baby malviventi

I ragazzini adescati da Yari Demontis, costretti a rubare i gioielli di famiglia, sono l’esempio di un fenomeno sociale preoccupante: la refurtiva viene piazzata nel mercato nero e il realizzo è immediato.


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Avevano tra i quindici e i sedici anni i ragazzini di Iglesias istigati a rubare gioielli di famiglia che sarebbero poi stati rivenduti. Yari Demontis, il ventunenne accusato di averli minacciati, si sarebbe approfittato proprio della loro età per pressarli psicologicamente e attirarli con la scusa dei facili guadagni. Un fenomeno sociale frutto di situazioni economiche critiche, dove intascare pochi euro, ma subito, era diventata la regola. Ma nel recentissimo passato del giovane c’erano detenzione e spaccio di droga, estorsione e tentata estorsione, oltre ai reati di ricettazione, riciclaggio e istigazione a commettere reati.

Aveva individuato i ragazzini ad Iglesias, che per lui avevano rubato e rivenduto almeno cinquantamila euro di gioielli. Al momento, soltanto diecimila sono stati recuperati. Le collane della nonna, i bracciali della mamma. E ancora i regali ricevuti per il battesimo, conservati come piccoli tesori con il loro carico di ricordi. Tutto è andato in fumo. In quei cofanetti non c’era più l’ombra, da qualche mese a questa parte, dei preziosi di famiglia. I minorenni coinvolti in questo squallido meccanismo si conoscevano ed erano in contatto sui social network. Su facebook si sarebbero scambiati i messaggi per mettersi d’accordi, per conteggiare quanto avrebbero “guadagnato” da ogni singolo furto e successiva rivendita. Un realizzo immediato dopo aver piazzato i gioielli nel mercato nero, insomma. Tutto appariva semplice.

Tranne in un caso specifico, quello in cui uno dei minorenni, scoperto dai familiari dopo il furto è scappato da casa per recarsi nell’abitazione di campagna di uno dei complici. Qui, avrebbe voluto togliersi la vita. Si era reso conto di avere tradito la fiducia dei genitori, di essersi impossessato di oggetti che oltre ad avere un valore economico ne avevano uno affettivo. Tra i gioielli spariti nel nulla c’erano infatti preziosi donati per feste importanti o in occasione di ricorrenze, tra cui fedi nuziali, orologi da taschino, penne stilografiche di valore. Anniversari, fidanzamenti, comunioni. Ogni gioiello di quei maxi bottini aveva una storia. Ma è finito in mani sconosciute. Nel dettaglio, il ragazzo aveva rubato in casa quasi ventimila euro di gioielli ma i carabinieri lo hanno salvato ed era stato il minorenne stesso a raccontare le dinamiche del gruppo di baby-malviventi.