“Bisogna mettersi insieme per costruire un mondo migliore. Oggi il 20% della popolazione mondiale possiede l’80% della ricchezza del pianeta, e due miliardi di persone vivono con meno di un dollaro al giorno: con questi numeri è difficile costruire la pace, che dobbiamo sforzarci di continuare a coltivarla. Occorre condividere i valori della cultura e della scienza, non i disvalori della guerra e dell’odio. Questa è la lezione del Quartetto, che ha saputo dare un senso alla rivoluzione tunisina: festeggiare la vita, non la morte”. Lo ha detto questa mattina il Rettore dell’Università di Tunisi, Hmaid Ben Aziza, durante l’incontro tra i Rettori dei due atenei sardi e il “Quartetto per il dialogo nazionale tunisino”, costituito dai rappresentanti delle organizzazioni insignite del Nobel per la Pace 2015 per aver favorito il dialogo tra le forze politiche negli anni delle tensioni politiche che ancora caratterizzano l’area nordafricana.
“Rappresentate un Nobel molto importante per l’umanità – li ha salutati il Rettore di Cagliari, Maria Del Zompo – doppiamente significativo per un Paese come il vostro che ha saputo portare avanti un dialogo tenace pur in una situazione politica complessa”. All’incontro, terminato nella tarda mattinata, hanno partecipato anche i prorettori dell’Università di Cagliari Francesco Mola e Micaela Morelli, una rappresentanza dell’ateneo sassarese, il segretario generale di UNIMED Franco Rizzi e il rappresentante della Fondazione Banco di Sardegna Carlo Salis.
Grande interesse hanno suscitato gli interventi di Aide Esu e Daiana Angela Langone, docenti dell’Università di Cagliari: “Far crescere cittadini consapevoli con un pensiero critico – ha detto la prof.ssa Esu, che ha parlato dell’esperienza accademica in supporto dei processi democratici – è l’unica possibilità di far crescere un Paese libero”, mentre la prof.ssa Langone – che ha ricordato l’indimenticato Radouan Ben Amara, docente del nostro Ateneo scomparso qualche tempo fa – si è soffermata sul legame tra Sardegna e Tunisia. Anche dal Rettore di Sassari, Massimo Carpinelli, sono giunte parole di grande ammirazione al Quartetto “per quello che siete e quello che fate: iniziative come questa sono un aiuto concreto verso un’integrazione culturale forte, patrimonio dei nostri popoli”. Per l’Università di Sassari sono intervenuti anche lo storico e rettore emerito Attilio Mastino, che ha ricordato le collaborazioni dell’ateneo turritano con i centri di ricerca tunisini, e il prof. Luciano Gutierrez, prorettore all’internazionalizzazione ha spiegato l’attività del Nucleo di ricerca sulla desertificazione.
Il segretario generale di UNIMED, Franco Rizzi, ha poi sottolineato il peggioramento delle condizioni geopolitiche dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e il timore che possano crearsi pericolose contrapposizioni. “Quella di oggi – ha detto – è la possibilità concreta di far riferimento alla cultura come fattore di sviluppo e di dialogo. L’esperienza in atto con gli atenei sardi con il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna è unica perché offre una insostituibile possibilità di costruzione della pace”.
Parole condivise dal Rettore dell’Università di Tunisi, Hmaid Ben Aziza, che ha parlato del grido di libertà della rivoluzione tunisina. Tahri Sami, secrétaire général adjoint chargé du presse, ha aggiunto che “il mondo dell’università è fondamentale perché la cultura può cambiare il mondo. La nostra è una realtà composita fatta di lavoratori di differenti enti, operai ma anche dipendenti delle università. Gli atenei non possono certo vivere in una bolla di cristallo, ma devono continuare a incentivare gli scambi culturali tra Paesi”. Del lavoro fatto sulle dinamiche sociali ha parlato Lassaad el Asmi, rettore dell’Università di Cartagine.
L’incontro si è concluso con la visita alla Sala settecentesca della Biblioteca universitaria e alle sale del Rettore di Palazzo Belgrano.











