Guspini, una Casa di cura da salvare con 25 milioni di debiti: politica in silenzio

L’editoriale di Marcello Pistis da Guspini, un caso incredibile di una importante struttura sanitaria lasciata allo sbando


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di Marcello Pistis

Tutti a Guspini vorremmo che il centro di riabilitazione Santa Maria Assunta avesse presto nuova vita. Una nuova vita diversa dalla gestione forsennata del passato che ha portato alla sua chiusura, ad oltre 25 milioni di euro di debiti, ad ipoteche per 40 milioni su beni di proprietà comunale, imprese e lavoratori fortemente danneggiati, il presidio per gli anziani nato con le donazioni dei cittadini in uno stato di continua incertezza.
Questa Giunta regionale e questa Amministrazione comunale hanno promesso di riaprire la struttura. L’assessore regionale Arru, qui a Guspini ha promesso l’acquisizione da parte della Regione e poi ha disatteso gli impegni.
Il Consiglio comunale di Guspini attualmente non sa nulla. Tempo fa, il Sindaco, interrogato ha confermato l’interesse di un gruppo che investe nel settore sanitario, ma ha affermato di non potere svelare i dettagli per questioni di..scaramanzia! Poi la trattativa è evidentemente saltata.
Poi, due atti del Consiglio Regionale – un emendamento alla legge finanziaria ed ora la riforma della rete ospedaliera- hanno posto le basi politiche perché il Santa Maria Assunta possa riaprire. Ma siamo agli atti politici di indirizzo, propedeutici agli interventi concreti che devono avere coerenza e basi tecniche e legali. Non si vuole remare contro o gufare. Tutti noi potremmo avere dei guai ed avere bisogno di una struttura del genere. La salute è un bene di tutti che prescinde dai colori politici. Ma vorremmo sapere come la Regione intenda districarsi in mezzo al capestro di debiti, di abusi e di vincoli e di responsabilità. Perché sono anni che si fanno promesse che diventano proclami in prossimità delle elezioni, comunali, regionali o politiche, ma nulla di concreto è stato fatto, ed ancora siamo ai ragionamenti ed ai preliminari, quando manca poco più di un anno alla scadenza del mandato del Governo regionale.


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