Otto dipendenti a casa, da marzo a oggi ha lavorato solo pochi mesi e dallo Stato ha ricevuto due sussidi di 600 euro l’uno. A Radio CASTEDDU parla Giuseppe Mereu, titolare di un agriturismo di Assemini.
Una crisi senza fine, l’ennesima testimonianza di questa drammatica situazione che interessa anche il settore del turismo e della ristorazione, in questo caso dell’agriturismo, che rientra nei codici delle pratiche burocratiche dell’agricoltura e che non consente, pertanto, ai suoi dipendenti di avere la cassaintegrazione.
“In questi giorni di festa si sperava in una boccata d’ossigeno perché in inverno si lavora solo la domenica e invece siamo chiusi. Abbiamo ricominciato a giugno ma bisogna mettere in conto che la clientela si è fatta rivedere in struttura almeno un mese dopo perché avevano paura.
Con le due mensilità di 600 euro abbiamo pagato la corrente perché, anche se l’azienda è ferma, di quota fissa paghiamo al mese 450 euro al mese. Non ho fatto l’asporto anche perché siamo in campagna; io potrei lasciare aperto solo ed esclusivamente le camere e dare da mangiare solo quelli delle camere ma siamo in codice rosso e non possono raggiungerci. Quindi capodanno in qualsiasi caso non lo si può fare”.
“Noi lavoriamo soprattutto con i trasfertisti – prosegue l’imprenditore – che sono tutti a casa loro e di certo non ci sono turisti. Per il 2021, oramai dietro l’angolo, mi auguro che il governo pensi anche agli agriturismi e dia una mano di aiuto anche a noi”.











