Francesco Vinci e il giallo del mostro di Firenze: “Riesumate la salma e prelevate il suo Dna”. Era davvero suo, dell’uomo che fu arrestato e poi scagionato nell’inchiesta sui delitti delle coppie, il corpo ritrovato bruciato dentro un’auto? E’ proprio la sua famiglia a chiedere chiarezza, con un particolare inedito che riguarda il suo passato a Villacidro. Il nuovo accertamento, con prelievo di Dna, servirà a capire se sia effettivamente il suo il corpo trovato carbonizzato nel bagagliaio di una Volvo 240 di proprietà di Vinci il 7 Agosto del 1993 a Chianni. Lo riporta nei dettagli l’Agi: “In quell’auto, bruciato, c’era anche il corpo dell’amico Angelo Vargiu. Il nuovo accertamento, spiega Cannella, servirà a chiarire “anche le tante incongruenze presenti nella autopsia di 31 anni fa. A partire dal fatto che il Vinci quando da giovane viveva a Villacidro, ebbe un diverbio con un coetaneo che gli sparò con una pistola al petto. Ma non fu possibile estrarla e per tutta la vita dovette portarla nel suo torace, ma incredibilmente non fu trovata nell’esame necroscopico”. Il responsabile del duplice omicidio non è mai stato individuato”.












