Folgorato a Quartu, Mamadou sorride dopo la grande paura: “Sono vivo per miracolo”

Mamadou Moussa, 26 anni, in Sardegna dal 2016. È lui l’operaio investito da una scarica elettrica a Molentargius: “I medici mi hanno prescritto qualche antidolorifico. Me la sono vista brutta, sono un miracolato e ringrazio Dio: la mia fidanzata Valentina, i miei amici e i compagni di calcio del Villamar mi sono stati vicini. Presto tornerò al lavoro e aiuterò la mia famiglia in Camerun”


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Sorride, avvolto in una calda felpa grigia, seduto sul divano della casa di Selargius nella quale vive da tempo insieme alla sua fidanzata. Mamadou Moussa, sino a poche ore fa, era in un letto del Policlinico di Monserrato. Ventisei anni, originario del Camerun, è lui l’operaio rimasto folgorato ieri a Quartu: con i suoi colleghi di un’azienda che lavora per conto della Tim stava sostituendo un palo pericolante quando, per errore, scavando, ha toccato un filo dell’alta tensione: “La scossa è stata potente, sono caduto per terra. Sentivo quello che succedeva attorno a me ma non riuscivo a muovermi”. I colleghi sono stati rapidissimi a dare l’allarme, facendo scattare la macchina dei soccorsi: Moussa è stato portato all’ospedale e, poco dopo, ha ripreso totalmente conoscenza. La scarica elettrica, per quanto forte, non gli ha provocato gravi danni: “Sono un miracolato, ringrazio Dio di essere vivo”, dice. Molto conosciuto a Selargius, il 26enne è stato calciatore sino a due anni fa dell’associazione sportiva dilettantistica cittadina, prima di passare a vestire la maglia della Virtus Villamar: “Sono una punta naturale”, dice, chiacchierando serenamente come, quasi, se nulla fosse successo.
Invece, la verità è che è davvero vivo per miracolo. All’inizio tutti hanno temuto il peggio, poi il suo quadro clinico è migliorato, rapidamente: “Sono già tornato a casa, ho potuto riabbracciare la mia fidanzata, Valentina Follesa. Ringrazio i miei amici e i compagni di calcio del Villamar, mi sono stati vicino con messaggi e telefonate. I medici mi hanno prescritto qualche antidolorifico”. Robetta, dettagli, in confronto al rischio che ha vissuto: “Presto potrò tornare al lavoro e continuare a stare vicino e in contatto ai miei parenti: i miei fratelli si trovano in Francia, il resto della mia famiglia in Camerun”.


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