Come un fiume, silenzioso, che scorre quasi ogni notte. È quello formato dagli sbandati che, in una Cagliari dove l’emergenza droga è tornata di attualità (non semplici spinelli, ma eroina e altri stupefacenti che si iniettano con le siringhe), lasciano una baraccopoli sotto il ponte di via Po per raggiungere San Michele e cercare di arraffare in ogni modo soldi: “La situazione non e migliorata e, in due mesi, mi hanno aperto la macchina tre volte”, racconta Marco Tatti. Ha scritto varie email al Comune, descrivendo ciò che è costretto a vivere sia lui sia gli altri residenti di San Michele che vivono più vicino al viale Monastir. “Nella zona continuano a venire sbandati”. E le siringhe si notano: “Gli addetti alle pulizie del Comune puliscono i marciapiedi, mentre non intervengono nelle aiuole”.
“Gran parte degli sbandati arriva dalla zona del ponte tra via Po e il centro commerciale, vivono lì. A rigor di logica, svaligiano le auto per cercare di trovare soldi per comprarsi le dosi. I mesi passano ma la situazione non migliora, purtroppo”.










