“La prima volta che ho suonato in un ensemble avevo 9 anni, impaurito stringevo il mio Sax Alto e sul leggio la partitura ‘Armageddon’ di Hardy Mertens, quell’esperienza ha cambiato la mia vita”. Armageddon, appunto, per l’immaginario collettivo la fine dei tempi, per lui l’inizio di tutto. La vita del samassese Emanuele Contis, uno dei più grandi compositori dell’attuale scena musicale, è in continua antitesi tra ciò che la realtà offre e ciò che i sogni rincorrono, tra ciò che la società impone e ciò che il cuore e la passione prepotentemente fanno loro.
LA SUA STORIA. Dagli studi in Ingegneria all’insoddisfazione per un mestiere ancorato a schemi e calcoli che con l’espressione artistica poco hanno a che fare. E con il suo sax di nuovo in spalla, via in giro per il mondo, tra collaborazioni ed esperienze musicali di ogni genere, fino ai mitici Abbey Road studios di Londra, che hanno reso celebri, tra gli altri, Beatles e Pink Floyd. “Studio musica da quando avevo 6 anni, frequentando corsi di saxofono, pianoforte, teoria e solfeggio, armonia, composizione e arrangiamento – racconta Contis – insomma, non mi sono fatto mancare nulla, ma in cuor mio è sempre stato ciò che avrei volute fare nella vita”. Emanuele, letteralmente folgorato e catturato dalle emozioni del suo esordio con l’ensemble “Stanislao Silesu” di Samassi, decide di girare l’Europa fin da giovanissimo, suonando in più di 200 concerti nella più prestigiose città Europee. Ma se è vero che il primo amore non si scorda mai, la passione per la musica classica ha lasciato volentieri spazio a quella per l’improvvisazione e la versatilità artistica: “Dal 1997 ho iniziato a girare l’Italia come turnista per diversi artisti nazionali, adattandomi a tutti gli stili (classico, moderno, jazz, big bands, pop, elettronica), e facendomi conoscere nell’ambiente musicale”.
SOGNI COME DESIDERI. I sogni però, talvolta, son desideri, si diceva in una celebre fiaba, e in un paese come l’Italia, al di fuori dei classici e canonici schemi, ancora oggi la domanda ricorrente è: “Si, ma in fondo, che lavoro fai? “Appartenendo alla generazione del ‘…è meglio un titolo di studio serio’, mi laureo in Ingegneria Civile all’Università di Cagliari, provando anche a lavorare per un po’- prosegue Emanuele – mi rendevo conto però di non essere una persona felice, la mia vita non era lì”. Poi la svolta, il 2012 rappresenta per Emanuele l’anno del cambiamento. La perdita del padre e l’arrivo della figlia, un periodo difficile, particolare, ma è proprio qui che inizia la sua personale ricerca della felicità. Superata la fase oscura, l’artista samassese mette a fuoco il suo obiettivo e punta la preda: fare della musica il suo lavoro. “Decido di inviare la domanda di selezione al prestigioso Berklee College of Music, la notizia dell’ammissione mi riempì di gioia, stentavo quasi a crederci – racconta emozionato Contis – quasi due anni dopo mi sono laureato con il massimo dei voti in una scuola che ha creduto più al mio talento che ai miei titoli, e questo, mi duole dirlo, in Italia non sarebbe stato possibile”. Oggi Emanuele lavora principalmente come compositore di musica per immagini. Ha composto brani per serie TV, cortometraggi, pubblicità, web, e ha da poco prodotto le musiche del suo primo lungometraggio cinematografico, fondando la società INDÒRU – Boutique del Suono, ma soprattutto dando l’ennesima svolta alla sua vita: “Ho deciso di trasferirmi definitivamente in Sardegna, viviamo nel posto più bello del mondo e grazie alla tecnologia posso fare riunioni con il Messico e l’Australia godendomi le bellezze della mia terra, oltre che della mia famiglia – conclude – sono felice, spesso mi ritrovo in viaggio per lavoro, ma è bello partire con la consapevolezza di tornare, e la sensazione costante di aver fatto davvero la scelta giusta”.












