- Mancata apertura di un conto corrente dedicato alla raccolta fondi, come previsto dalla legge 515 del 1993. La Todde aveva sostenuto di aver fatto affidamento unicamente su mezzi messi a disposizione dal Comitato M5S, ma il Tribunale ha confermato l’obbligo non assolto e quindi la relativa infrazione.
- Assenza di un mandatario elettorale e del rendiconto asseverato. Anche in questo caso, la ricorrente aveva affermato di non ritenere necessaria la nomina di un mandatario e la presentazione del rendiconto, ma il Collegio ha confermato la violazione.
- Mancata presentazione dell’estratto conto ufficiale. Al posto del documento bancario previsto, la Todde ha depositato una semplice “lista movimenti” relativa a un conto acceso presso Intesa Sanpaolo, intestato al Comitato M5S. Per i giudici, non è sufficiente a garantire la tracciabilità prevista per legge.
- Carenza di documentazione sul conto corrente utilizzato. Anche su questo punto, i giudici hanno evidenziato gravi lacune informative che rendono opaca la gestione delle risorse economiche della campagna elettorale.
In definitiva, per il Tribunale di Cagliari, l’intero impianto della difesa di Todde si basa su un’errata interpretazione delle norme, nonché su omissioni rilevanti. La sentenza, attesa da settimane, conferma e rafforza la decisione del Collegio elettorale, aprendo ora un nuovo scenario politico: sarà il Consiglio regionale a dover decidere formalmente sulla decadenza, ma la posizione della presidente appare sempre più compromessa, anche sotto il profilo della legittimità politica. Ma, a meno che il consiglio regionale non voglia prendersi la responsabilità di legittimare violazioni ormai certificate, la decisione sembra essere scontata.










