“Nuova ondata di consulenze: la Giunta Todde trasforma la Regione in un poltronificio istituzionalizzato”: duro attacco di Sorgia. “Altro che sobrietà e trasparenza: la Giunta Todde continua a trattare la Regione come un ufficio di collocamento politico e oggi si spinge ancora oltre, arrogandosi il diritto di riscrivere le regole fondamentali della nostra democrazia senza nemmeno coinvolgere il Consiglio Regionale”. Così l’On. Alessandro Sorgia, Consigliere regionale, commenta la Deliberazione n. 32/63 del 18 giugno 2025, con cui la Giunta ha stanziato circa 3 milioni di euro per nuovi incarichi esterni di consulenza, tra cui figurano anche quelli per la redazione di una nuova proposta di Legge statutaria e della legge elettorale regionale.
“Si tratta dell’ennesima ‘infornata’ di incarichi esterni – prosegue Sorgia – che si aggiunge a un lungo elenco di consulenze, nomine fiduciarie e staff costruiti in questi primi mesi di legislatura. Un vero e proprio poltronificio istituzionalizzato, finanziato con soldi pubblici e gestito in modo opaco.”
Ma la critica più forte riguarda il metodo: “È inaccettabile che la Giunta affidi ad esperti esterni il compito di scrivere norme fondamentali per l’assetto istituzionale e democratico della Regione senza un passaggio preliminare in Consiglio, senza coinvolgere i gruppi consiliari, senza ascoltare i cittadini. Si agisce in silenzio, come se la democrazia potesse essere affidata a pochi professionisti retribuiti anziché a un confronto pubblico, trasparente e istituzionalmente corretto.”
L’On. Sorgia sottolinea che il Consiglio regionale non solo è stato escluso, ma anche delegittimato nelle sue funzioni: “Ci troviamo di fronte a un precedente pericoloso. Se oggi si affida a una consulenza la scrittura della legge elettorale, domani cosa sarà? La riforma sanitaria? Le politiche educative? La Giunta mostra un disprezzo crescente per la funzione legislativa, che invece è cuore della rappresentanza democratica”.
Per questo motivo il Consigliere ha depositato un’interrogazione urgente indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore agli Affari Generali, chiedendo la sospensione immediata degli incarichi esterni su questi temi e il coinvolgimento pieno del Consiglio.
A questa gravissima stortura si aggiunge un paradosso ancor più intollerabile: mentre la Giunta assume consulenti per centinaia di migliaia di euro, ai gruppi consiliari è stata imposta una vera e propria “cura dimagrante”. Il budget attuale è talmente limitato che nemmeno un funzionario regionale di categoria D può essere assunto come collaboratore, a causa dei costi – contenuti ma superiori al plafond assegnato. Si parla di cifre enormemente inferiore rispetto alle parcelle dei consulenti della Presidenza o degli Assessori, ma che impedisce di dotare i consiglieri di un supporto tecnico e qualificato nella propria attività istituzionale: analisi dei testi, preparazione di emendamenti, partecipazione ai tavoli tecnici e nelle audizioni. Senza di loro, ogni consigliere è di fatto tagliato fuori dall’accesso a competenze qualificate, indispensabili per un confronto istituzionale efficace e per una rappresentanza all’altezza delle esigenze dei cittadini.
Infine, l’On. Sorgia lancia un appello forte e chiaro: “Chiedo al Presidente del Consiglio Regionale di uscire dal silenzio e difendere il ruolo dell’Assemblea che rappresenta. Serve un intervento fermo per ripristinare equilibrio istituzionale, dignità politica e rispetto delle regole democratiche. Se accettiamo in silenzio che lo Statuto venga riscritto in una stanza chiusa della Presidenza, allora stiamo accettando la fine della democrazia parlamentare in Sardegna”.
“Rivolgo, infine, un appello accorato al Presidente del Consiglio Regionale affinché intervenga con decisione a difesa dell’intero Assemblea. Non possiamo permettere che il Consiglio venga privato delle risorse minime necessarie per svolgere la propria funzione legislativa, mentre la Giunta premia i suoi consulenti con fondi pubblici”, conclude Sorgia. “Se non reagiamo ora, rischiamo che la Sardegna venga governata da un potere monocratico che decide tutto in Giunta, isolando il Consiglio e negando alla democrazia regionale la sua voce autentica”.