Dalla Sardegna alla Svizzera per lavorare nell’informatica. “Qui lo Stato ti aiuta a crescere, nell’Isola si può solo sopravvivere”

 Zero tasse il primo anno, contributi per tirare su la propria attività e regole uguali per tutti. La storia di Andrea Cusumano, 35enne di San Sperate, da 3 anni e mezzo a Bellinzona. “Nostalgia per l’Isola? Solo perchè lì ci sono parenti e amici”


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di Paolo Rapeanu
Zero tasse il primo anno, contributi per tirare su la propria attività e regole uguali per tutti. La storia di Andrea Cusumano, 35enne di San Sperate, da 3 anni e mezzo a Bellinzona. “Nostalgia per l’Isola? Solo perchè lì ci sono parenti e amici”
Storie di sardi che riescono a trovare una dimensione lavorativa soddisfacente a tantissimi chilometri da casa. Tra burocrazia che aiuta e non stritola, un welfare costruito davvero sul benessere della persona e la parte pubblica che sovvenziona i tuoi progetti. E, dettaglio non trascurabile, una tassazione accettabile. Questo lo scenario davanti al quale si è trovato, tre anni e mezzo fa, Andrea Cusumano: 35 anni, e un destino geografico forse già scritto fin dalla nascita. L’1 agosto, festa nazionale svizzera. Ed è proprio la terra elvetica – tra mucche, formaggio ma anche un terziario ben solido – la meta nella quale arriva nel 2014. Prima, anni di lavoro come tecnico informatico, ma più spese che incassi. Meglio, più denari da versare annualmente nelle casse dello Stato che dentro il proprio portafoglio. Così, l’idea-progetto: “Ho partecipato a un convegno durante il quale hanno spiegato che le startup, in Svizzera, ricevono agevolazioni”.
E allora, dopo aver attraversato il mare in nave, a bordo del suo camper ha superato il confine. All’inizio Locarno, poi Bellinzona. “Vieni messo nelle condizioni di iniziare la tua attività senza nessun paletto. Il Governo locale ti agevola per aprire bottega e sulle tasse, per il primo anno pari a zero, poi vengono calcolate sulla base di quanto guadagni realmente. E si può lavorare anche utilizzando i Bitcoin”.
Insomma, magari non proprio il paradiso in terra, ma la differenza con l’Isola c’è tutta. “Il libero commercio viene incentivato e non bloccato. Sono ripartito da zero, in Svizzera, con il vantaggio di avere una professione avviata, ecco perché ho spostato la mia ditta, la ‘Overclockersmania’”. E sto per espandere la mia attività lavorativa in altri Paesi vicini”. Cusumano, ormai entrato nella mentalità svizzera, snocciola con precisione vari aspetti: “I negozi, qui, possono aprire dalle 6 alle 18. Un regolamento orario che tutti rispettano. A Bellinzona ho il mio negozio-laboratorio al piano terra del palazzo nel quale c’è il mio appartamento. E l’affitto è più basso di quello di Cagliari. Ho già stretto amicizia con tante persone, molti sardi vengono qui a lavorare per qualche mese, fanno i baristi o i camerieri, ma tutti hanno il desiderio di restare”. Nostalgia della terra di nascita? “Torno quattro volte l’anno, per stare con i miei parenti e con gli amici veri. In Sardegna, però, è impossibile lavorare bene. Puoi sopravvivere”, sostiene l’informatico 35enne, “in Svizzera, se sei disoccupato, hai due anni di agevolazioni per rientrare nel mondo del lavoro, attraverso corsi dedicati. È davvero un alto mondo”.


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