Crolli in piazza d’Armi: grotta addio, sarà riempita d’argilla – VIDEO

Il Comune presenta alla Regione il progetto definitivo. Rischi anche per la facoltà di Ingegneria e il Web Caffè. Così la cavità del crollo verrà colmata e addio escursioni speleo. Forse in futuro verrà svuotata e riaperta al pubblico


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Crolli in piazza d’Armi. Rischio sprofondamento per la piazza (trafficatissima), la facoltà di Ingegneria e il Web Caffè. Così il Comune ha presentato il progetto alla Regione per la sistemazione definitiva. Che chiederà un sacrificio alla grande cavità sotterranea che fino a pochi anni fa ospitava un laghetto: verrà riempita d’argilla, per la delusione degli amanti della speleologia e dei tour nelle grotte, che non potranno più entrarci. Forse in futuro il sito verrà svuotato e aperto al pubblico.

La grotta sotto piazza d’Armi è nota come “Cavità del Crollo”, è grande circa mille e 200 mq con una altezza media di 4/5 metri, è una cava sotterranea “a camere e pilastri” composta essenzialmente da due ampi ambienti denominati “Camera A” e “Camera B”. Entrambi scavati nella pietra cantone, ospitavano “laghetti” sotterranei profondi anche 3 metri, scomparsi dopo la riparazione della rete idrica. E i laghetti (assieme a quelli della vicina grotta di Su Stiddiu) incuriosivano gli appassionati delle escursioni speleologiche. Le criticità maggiori si presentano nella camera B dove giace un grande ammasso di roccia frammentato in numerosi spezzoni che occupa quasi tutta la parte centrale del fondo, staccatosi dalla copertura, che da alla grotta il nome di “Cavità del Crollo”.

E solo grazie al rilievo Laser-Scanner è stato possibile individuare un inequivocabile stato di “sofferenza geostatica dell’ammasso roccioso”. Un problema da risolvere, per le possibili ripercussioni sulla stabilità globale di piazza d’Armi e degli edifici in prossimità come Web Caffè e alcune strutture della Facoltà di Ingegneria. L’intervento prevede essenzialmente: il sezionamento della “Cavità del Crollo” tramite realizzazione di un diaframma in cemento tra le Camere A e B, la bonifica del fondo (essenzialmente costituito da materiale di risulta proveniente dall’attività estrattiva svolta nelle cavità di piazza d’Armi) e il riempimento “reversibile” della Camera B, eseguito dall’esterno, mediante introduzione nella cavita di materiale facilmente cavabile (argilla), tale da non compromettere la permanenza delle tracce rimaste della prolungata attività (secoli) di cava presenti nella grotta.

Nelle carte si legge che l’intervento è stato concepito dai progettisti, come un intervento conservativo a lungo termine, cioè come primo step di un progetto più ampio di recupero e valorizzazione del sito, che non escluda, ma soltanto nelle fasi successive, interventi più complessi e costosi di consolidamento della calotta, seguiti da un successivo completo svuotamento della cavità il tutto senza compromettere, per quanto possibile, “la futura completa fruizione del sito stesso e la permanenza delle tracce antropiche lasciate dai cavatori”.

L’intervento della messa in sicurezza sarà limitato alla sola camera B che appare la più compromessa. Secondo i tecnici la tipologia d’intervento e le tecniche realizzative previsti consentiranno di limitare l’interferenza del cantiere con il traffico, sia delle auto che pedonale, di Piazza d’Armi, limitando così i disagi alla cittadinanza. 

FOTO E VIDEO DI MARCELLO POLASTRI 

 

 


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