Uno sfogo amaro, quello di Marco, un semplice operaio sardo, che domenica scorsa ha voluto portare la sua famiglia al mare per godersi l’unico giorno libero della settimana. Ma quella che doveva essere una giornata di relax si è trasformata in una corsa a ostacoli tra parcheggi salati, lunghe camminate e stabilimenti deserti ma invalicabili. “Voglio raccontare l’ingiustizia che mi è capitata domenica 3 agosto alla spiaggia dello Scoglio di Peppino, nel Comune di Muravera. Premetto che sono un semplice operaio, con mia moglie e due bambini piccoli. Nell’unico mio giorno libero, ovvero la domenica, vado al mare nelle spiagge della mia bellissima isola, che amo profondamente. Ma ciò che mi ha spezzato il cuore è che, una volta arrivato a destinazione e in cerca di parcheggio, mi sono ritrovato a dover pagare 14 euro. Poi, come se non bastasse, dopo una camminata di oltre 2 o 3 chilometri per raggiungere la spiaggia, mi sono trovato circondato da chilometri di stabilimenti privati, dei resort, completamente deserti — pur essendo in pieno agosto e in piena stagione estiva”. Marco si chiede, a nome di tante famiglie sarde, se sia normale dover affrontare tutto questo solo per poter godere del mare della propria terra. “La mia domanda è questa: ma si può, nel 2025, da sardo, andare in una spiaggia stupenda della mia isola e dover camminare chilometri per cercare un posticino dove poter giocare coi miei figli al mare, perché tutto il litorale è occupato da lettini privati? Ma c’è qualcuno che controlla queste concessioni? Io non ho nulla contro chi lavora, ci mancherebbe: anche loro, come tutti noi, stanno cercando di vivere. Ma è altrettanto vero che tanti, come me, non si possono permettere stabilimenti, lettini e ombrelloni”. Infine, un appello accorato: “Chiedo che vengano eseguiti i controlli sulle concessioni balneari. Parliamo di un chilometro, forse due, di spiaggia allo Scoglio di Peppino completamente occupati da lettini e ombrelloni, ripeto, quasi tutti vuoti.Ci stanno togliendo anche la dignità e la voglia di andare al mare. Una sana domenica in famiglia, per far felici i nostri bambini. Questa non è la mia Sardegna. La Sardegna è di tutti, e dobbiamo tutelarla tutti insieme”.












