Il Gruppo Consiliare Noi per Sarroch – composto da Mirko Spiga, Vittorio Cois e Attilio Buonomo – solleva dubbi sulle procedure amministrative e le contraddizioni economiche che stanno investendo il nuovo corso di frutticoltura, avviato ieri tra ritardi, forzature e spese fuori controllo.
15.000 euro per 47 ore: oltre 300 euro l’ora. Ma ai disoccupati si chiede di comprarsi le forbici.
L’Amministrazione comunale ha affidato a una società privata un corso di 47 ore, per un costo di 15.000 euro di denaro pubblico.
Una cifra che solleva immediati dubbi.
Il Gruppo sottolinea come, nonostante l’investimento elevato, agli allievi – molti dei quali disoccupati, cui il bando dava priorità – sia stato chiesto di acquistare a proprie spese l’attrezzatura: guanti, occhiali, forbici, segacci e perfino lo svettatoio.
“È inaccettabile che per un corso costato oltre 300 euro l’ora non venga fornita neppure l’attrezzatura di base. Ci chiediamo come sia possibile spendere 15.000 euro e non prevedere nemmeno l’acquisto di 15 cesoie per 15 partecipanti”, sostiene il Gruppo Consiliare.
Graduatoria pubblicata con 48 ore di anticipo: “Difesa impossibile per i cittadini”.
Il bando prevedeva che la graduatoria fosse pubblicata almeno 5 giorni prima dell’inizio del corso.
L’Amministrazione l’ha invece resa pubblica il 4 dicembre, quando le lezioni sarebbero iniziate il 6 dicembre, lasciando ai cittadini meno di 48 ore di tempo.
“Questa violazione ha impedito ai cittadini esclusi di esercitare il diritto di accesso agli atti e di ricorso. Una corsa contro il tempo che compromette trasparenza e partecipazione”.
La tempistica ridotta ha reso inoltre quasi impossibile, per gli ammessi, procurarsi in poche ore l’attrezzatura richiesta, spesso costosa e non sempre reperibile.
Il Gruppo evidenzia ulteriori anomalie: “La graduatoria è stata inizialmente firmata dal Sindaco, e non dal Responsabile del Settore Amministrativo (RUP). Dopo le prime segnalazioni, la firma del Sindaco è stata rimossa.
Resta comunque un atto che ha circolato in forma non corretta e con un vizio originario
evidente.
Manca la Determina Dirigenziale che dovrebbe approvare formalmente la graduatoria.
Non risultano pubblicati i verbali di istruttoria né chiarimenti sulle modalità con cui la società incaricata abbia gestito le domande dei partecipanti pervenute alla PEC comunale.
Affidamento diretto: perché non si sono valutate realtà con più esperienza?
L’affidamento del corso solleva ulteriori dubbi sulle scelte dell’Amministrazione.
La società selezionata opera da pochissimo nel settore della formazione e dagli atti non emerge alcuna comparazione con altre realtà con comprovata esperienza nel settore agricolo.
Non comprendiamo perché non si siano valutate anche altre realtà, in un confronto trasparente
tra più proposte”, dichiara il Gruppo Consiliare.
“In conclusione, ci saremmo aspettati un iter procedurale più lineare e trasparente e, considerata la spesa
consistente sostenuta dal Comune, la fornitura dell’attrezzatura necessaria agli allievi e il rilascio di un
attestato di qualifica professionale e non un semplice attestato di frequenza”.













