La crisi “portata” dal Coronavirus colpisce tutti, indistintamente. Anche il settore turistico, “benzina” di una Sardegna che oggi, nel giro di 24 ore, supera il tetto dei duecento contagiati. Gli albergatori sono disperati e alle prese con gli hotel vuoti, i negozianti sono a casa e le serrande sono già abbassate da tempo. L’emergenza, ormai, è acclarata. E l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, snocciola dati e lancia un appello: “C’è stato un crollo delle prenotazioni da parte di turisti dell’ottanta per cento. Invito tutti i Comuni a non far pagare, per un anno, Imu, Tasi e Tari a albergatori, titolari di bed and breakfast, artigiani e commercianti. Non dev’essere uno stop, quei soldi non dovranno mai chiederli indietro, nemmeno a emergenza finita”, afferma Chessa. “Il Governo sta dando aiuti, anche la Regione sta erogando ingenti risorse, garantendo anche sgravi fiscali. Non è possibile pensare che i Comuni, che sono ‘prolunghe’ del Governo, con una mano aiutino e con l’altra prendano”. Insomma, i “buchi” relativi al mancato gettito da parte di migliaia di sardi sarebbero riempiti dalla Regione e da Roma.
“Non si sa quando finirà l’emergenza del Coronavirus”, osserva Chessa, “speriamo presto, magari entro luglio. Poi, comunque, bisognerà prepararci: deve prevalere l’ottimismo e la fiducia nei medici e negli scienziati. Gli operatori turistici dovranno essere rapidi nel programmare offerte last minute per accaparrarsi turisti, ora come ora non stanno prenotando nemmeno quelli tedeschi. Non tutto è perduto, ma tutto può essere perduto”.









