Case di cura private, (S.Anna e Villa Elena), sit in di protesta alla Asl: aleggia lo spettro della disoccupazione per una trentina di dipendenti dei punti nascita privati, dopo la soppressione e il ridimensionamento del piano sanitario regionale. Sindacati e lavoratori hanno manifestato in via Piero Della Francesca per chiedere rassicurazioni sul personale in esubero.
Nuovo sit in di protesta questa mattina dei dipendenti delle case di cura Villa Elena e S.Anna. Lavoratori e sindacati si sono dati appuntamento davanti alla sede della Asl, in via Piero Della Francesca, a Cagliari per ribadire la forte preoccupazione di perdere il posto di lavoro per le maestranze inquadrate nei due complessi (Via Dante e Via La Vega a Cagliari). Dopo la soppressione dei punti nascita nelle due cliniche private, c’è dunque il problema degli esuberi e diverse decine tra infermieri e ostetriche, rischiano seriamente lo spettro della disoccupazione. Le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, oltre ad aver preso atto dello stato di agitazione dei lavoratori, hanno picchiato duro sul tavolo dell’azienda sanitaria locale, evidenziando la necessità impellente che le aziende sanitarie sottoscrivano con gli imprenditori del settore privato i contratti relativi alle prestazioni da erogare nel 2016; ad oggi l’unica certezza sono gli esuberi dichiarati dalle gerenze delle case di cura con l’avvio delle procedure di licenziamento.
RISCHIO LICENZIAMENTI. Sono circa trenta gli operatori sanitari che rischiano di rimanere a casa e nonostante le rassicurazioni dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru, la tensione e il malessere sono concreti: «C’è stato un incontro questa mattina nei locali della Asl 8 – dice Guido Sarritzu – segretario territoriale Uil-Fpl – per ora possiamo esprimere soddisfazione nel prendere atto della disponibilità del commissario straordinario, la dott.ssa Savina Ortu, ma allo stesso tempo abbiamo chiesto la disponibilità per l’apertura di un tavolo tecnico e politico con Asl, Aiop e assessorato alla Sanità, finalizzato a ricercare soluzioni che soddisfino da una parte le richieste degli imprenditori, dall’altra la qualità dei servizi da erogare e che permettano il mantenimento di tutti i posti di lavoro». In conclusione, i sindacati hanno ribadito non solo l’imprescindibile salvaguardia dei posti di lavoro, ma anche l’apertura del confronto in tempi rapidi, perché trenta famiglie rischiano di trovarsi in mezzo alla strada da un giorno all’altro. La partita è ancora tutta da giocare, in ballo c’è il futuro di padri di famiglia e persone che hanno alle spalle anche trent’anni di contributi e ormai prossimi alla pensione, progetti e aspettative che rischiano di scomparire nel nulla.
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