Una maglia, una passione e una delusione difficile da dimenticare. È quella raccontata da Massimiliano Uccheddu, padre di Andrea, un ragazzo con disabilità al 75%, in una lettera aperta indirizzata al presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini. Parole sincere e dolorose, scritte dopo un episodio che ha lasciato l’amaro in bocca a entrambi: il diniego al rinnovo dell’abbonamento a condizioni agevolate, negato a causa di un regolamento che richiede il 100% di invalidità.
“Caro Presidente, sono un papà e assieme a mio figlio Andrea, affetto da disabilità al 75%, facciamo squadra speciale nel tifare con passione il nostro Cagliari… ma mi ritrovo ora purtroppo a scriverle per esprimere una forte amarezza che abbiamo vissuto quando ci siamo recati presso il Cagliari Point per il rinnovo dell’abbonamento in prelazione. Dopo aver seguito tutta la prassi e compilato la corposa modulistica allegando la relativa documentazione abbiamo ricevuto dall’addetto il diniego all’abbonamento in quanto rilevava che il verbale non indicava la percentuale di invalidità che da regolamento della Società Cagliari Calcio dovrebbe essere del 100% per poter appunto beneficiare dell’abbonamento di favore. E’ difficile descrivere l’amarezza di quel momento, mia e di mio figlio oltre che il risentimento per una risposta tanto fredda quanto inattesa visto che nelle scorse stagioni nessuno ci ha negato l’abbonamento o l’acquisto del biglietto a condizioni agevolate, pur persistendo le stesse condizioni di patologie già certificate allora. Spero la risposta non sia che “…nelle scorse stagioni è stato fatto un errore perché ne mancava il diritto anche allora…” né voglio pensare quale tifoso che crede nella sincera sensibilità al sociale che il Cagliari Calcio professa che ci sia una scelta puramente di profitto per cui si metta una soglia di invalidità del 100% che praticamente è un offesa allo spirito di solidarietà sociale, sapendo bene tutti quanti che l’ottenimento del 100% di invalidità riguarda veramente, e dico fortunatamente, una piccolissima fetta della categoria dei disabili”. Una denuncia accorata che solleva interrogativi su regolamenti, buonsenso e sensibilità. La speranza, per papà Massimiliano e per tanti altri tifosi come Andrea, è che il Cagliari risponda non solo con una spiegazione, ma con un gesto di comprensione e vicinanza.