Un momento di riflessione per il via ufficiale alle ricorrenze del Natale: “Gli affetti, la famiglia, gli amici, devono essere per tutti noi una spalla su cui appoggiarci. Tendiamo la mano e cerchiamo di essere meno egoisti, meno aridi dentro, più tolleranti”. È anche un momento di pensiero l’intenso periodo delle festività natalizie che deve indurre a riscoprire i veri valori che, ogni tanto, si perdono tra le vicissitudini che la vita riserva: con questo spirito ieri sera è stato presentato alla comunità uno dei simboli più caratteristici delle ricorrenze di queste settimane in cui sono racchiuse tutte le prospettive più positive e importanti che dovrebbero sempre far parte dell’animo umano. “Le luci vi portino serenità d’animo. Essenziale per stare bene dentro e fuori” ha espresso il primo cittadino Beniamino Garau. Il presepe vivente è stato solo uno dei tanti appuntamenti prefissati in questo ricco weekend in cui si rinnova l’appuntamento con “Lollas e Pratzas Antigas”: nelle 7 antiche dimore e nelle piazze centrali si esalta la tradizione anche con sfilate di abiti tradizionali, carri e maschere sarde. In mostra le architetture, i saperi e più in generale le tradizioni locali, sino a domani le antiche dimore campidanesi che apriranno i portali e le piazze che verranno animate da musica e rappresentazioni per favorire la socialità e raccontare orgogliosamente il paese ai visitatori che vorranno partecipare.
Nella ‘lolla’, corpo centrale delle antiche abitazioni campidanesi, così diffuse anche a Capoterra, venivano svolte la maggior parte delle attività quotidiane legate alla cultura agropastorale. Erano piccole piazze che infatti fungevano anche da luoghi d’incontro per la famiglia e non solo: accoglievano spesso il vicinato, dando così sfogo al bisogno di socializzazione. Quell’esigenza di socialità che è ancor oggi così importante e anche così utile per la crescita dell’intera comunità.
“Lollas e Pratzas Antigas è un evento molto sentito a Capoterra perché ci permette di rievocare il nostro passato e le nostre tradizioni – spiega l’Assessora comunale a Pubblica istruzione, Cultura, Politiche giovanili, Tradizioni e Lingua sarda, Pari opportunità Donatella Dessì -. Io stessa ricordo che quando era bambina i portali delle case campidanesi erano sempre aperti; i tempi erano diversi e c’erano più rapporti sociali nel vicinato: le lollas erano un importante luogo non solo d’incontro ma anche di scambio”.
“Oggi puntiamo a non disperdere questo patrimonio architettonico – prosegue l’esponente della Giunta Garau -. Apriamo le antiche dimore che mantengono quella struttura originaria e diamo loro valore, offrendo simultaneamente alla comunità un’occasione di convivialità, che va ovviamente ad estendersi a tutti i visitatori che avranno piacere di partecipare. Entreremo pienamente nel clima natalizio, con l’accensione delle luminarie e la presentazione del presepe animato, e inoltre, mettendo in mostra la nostra identità, potremo far conoscere e dar lustro al nostro paese, oltre che viverlo intensamente come facevano i nostri nonni”. Tante le attività tradizionali previste in ognuna di esse: dai balli sardi alla preparazione del giogo dei buoi, dall’intrecciatura del cestino sardo alla lavorazione della fregola sarda.
Ma sarà anche l’occasione per mettere in mostra abiti, animali e attrezzi da lavoro, e per riproporre i teatrali travestimenti e i culti apotropaici che caratterizzavano la quotidianità nei secoli scorsi e che ancora oggi suscitano un fascino misterioso. Domenica alle 11 è infatti prevista una sfilata di carri, calessi a cavallo, cavalieri, amazzoni e giogo dei buoi, con partenza da Casa Melis. Oggi diversi gruppi folk animeranno il centro storico con i loro abiti tradizionali di tanti paesi diversi: saranno presenti Sa Scabitzada (Capoterra), Città di Quarto 1928 (Quartu Sant’Elena), Sciarak (Sarroch), Santu Perdu (Villa San Pietro), Nora (Pula), Sant’Antonio (Maracalagonis), San Giovanni (Settimo San Pietro) e Amigus (San Sperate), accompagnati dai suonatori di launeddas locali. E sempre oggi è inoltre prevista un’esibizione itinerante delle maschere del Carnevale sardo, in particolare quello sestese, con is Mustayonis e s’Orku Foresu: nella rappresentazione quest’ultima maschera animalesca destinata al sacrificio si dimena tra sonagli, canne sbattute, fazzoletti neri e strumenti sacrificali, prima della morte cruenta. Acqua, terra e rinascita sono gli elementi ispiratori dell’arcaico culto agrario atto a risvegliare la forza germinatrice della natura.
Lollas e Pratzas assolute protagoniste, ma anche le vie del centro storico tornano ad essere luogo dove passeggiare, dove socializzare, dove brindare.