Camera di Commercio, 20 posti di lavoro in bilico: l’sos dei sindacati

La Filcams Cgil di Cagliari manifesta forte preoccupazione per il futuro occupazionale dei lavoratori che svolgono attività esternalizzate per la Camera di Commercio


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La Filcams Cgil di Cagliari manifesta forte preoccupazione per il futuro occupazionale dei lavoratori che svolgono attività esternalizzate per la Camera di Commercio di Cagliari: “Non conosciamo ancora il progetto riorganizzativo – ha detto la segretaria Simona Fanzecco – nonostante le richieste di incontro avanzate da tempo proprio per monitorare la riorganizzazione e garantire la salvaguardia complessiva di tutto il personale, diretto e esternalizzato”.

Sono venti i lavoratori coinvolti nei servizi, svolgono attività essenziali e previste dalla legge per il mantenimento e il funzionamento delle Camere di Commercio, ad esempio il registro imprese. “Si tratta di   attività – spiega Fanzecco – che richiedono professionalità ed esperienza maturate con anni di lavoro e che non possono essere trasferite ad altri soggetti”. Anche l’ipotesi di utilizzare i dipendenti diretti infatti, secondo la Filcams non è praticabile per il loro già notevole carico di lavoro, che rende inimmaginabile lo svolgimento di ulteriori attività.

E’ da vent’anni che la Camera di Commercio utilizza servizi esternalizzati – attraverso diverse società o agenzie interinali – e l’anzianità di servizio media è circa quindici anni: “La situazione attuale – denuncia la Filcams – oltre a incidere sui lavoratori, sottrae certezze alle imprese che svolgono attività sul territorio e hanno necessità di garanzie e continuità nello  svolgimento dei servizi affidati al sistema camerale”.

Il sindacato reitera la richiesta di incontro e chiede che nel progetto di riorganizzazione della Camera di Commercio si tenga conto della salvaguardia occupazionale di tutte le professionalità presenti e della necessità, per il territorio, di avere servizi qualificati, funzioni definite e garanzie per le imprese. “Non è accettabile – conclude Fanzecco – che il sistema venga razionalizzato a scapito del funzionamento degli stessi servizi che deve offrire”.

 


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