Un tesoro di reperti archeologici subacqueo é custodito in un locale del porto di Cagliari per essere studiato e ricomposto dagli specialisti. A capo dell’equipe che lavora alla ricomposizione dei reperti c’è l’archeologo subacqueo della soprintendenza Ignazio Sanna sul quale ruota tutto il reparto sia come interventi marini di recupero, sia come lavoro di studio e ricomposizione delle migliaia di reperti. Soprattutto il porto di Cagliari ha restituito tante testimonianze antichissime come ancore in pietra fenice, ma anche anteriori, che testimoniano come la città fosse già intorno al VII secolo a. C. un centro di traffici importante nel Mediterraneo.
Centinaia le anfore di tutti i tipi da quelle vinarie a quelle granarie, ma anche monete risalenti a varie epoche che il mare del porto ha restituito in questi anni sono indagate a datate dagli specialisti del laboratorio.
“Stiamo lavorando dal 2005 e in particolare stiamo indagando sul fondale del porto di Cagliari – racconta Ignazio Sanna – dove sono vastissimi i reperti ritrovati. In questo laboratorio di archeologia subacquea convergono i materiali dell’indagine delle province di Cagliari e Oristano. La percentuale maggiore proviene però dal porto di Cagliari dove abbiamo trovato diverse situazioni importanti in vari punti. Nonostante la mole di lavoro svolta finora solo il 20% della spazio portuale è stato indagato. Abbiamo trovato per esempio materiali pertinenti al quarto e terzo secolo avanti Cristo con anfore che trasportavano vino provenienti da Ischia e dalla Campania ancora con i bolli greci. Poi abbiano trovato un relitto importante davanti al molo Sabaudo con un carico di centinaia e centinaia di anfore vinarie e ceramiche varie che andavano verso la Spagna.”
Guardate il VIDEO con scorci del laboratorio e l’intervista all’archeologo Ignazio Sanna:










