Davanti ai cancelli, sbarrati, di Monte Urpinu a Cagliari, va in scena la protesta di tante associazioni animaliste e ambientaliste e semplici cittadini, tutti contrari al piano di abbattimento dell’Asl delle centinaia di uccelli che popolano il parco dopo la scoperta di dodici casi di aviaria su altrettanti pavoni morti. Ne sono già stati abbattuti 240 tra pavoni, oche, galline, papere e cigni, e da domani si procederà con l’uccisione di chi non è stato ancora catturato. “Diciamo stop al massacro degli animali”, tuona il referente della Lav di Cagliari, Roberto Corona. “C’è un’alternativa allo sterminio, in altri parchi come a Campi Bisenzio si è agito diversamente e gli animali sono stati salvati. Nelle prossime ore coinvolgeremo la sede nazionale per dare avvio a del battaglie legali”. La strada, però, sembra tracciata, e anche in modo ultra rapido. I tanti uccelli presenti sino ad appena tre giorni da a Monte Urpinu sono, ormai, quasi totalmente un ricordo.
Tra i cittadini c’è chi ha portato cibo da donare alle parte sopravvissute, semi e granaglie vengono lanciati oltre il cancello verde sbarrato, in cima a via Garavetti. “I pavoni, le oche, le anatre e le papere ci hanno sempre fatto compagnia, senza nessun problema. Sono stata da poco qui con mio figlio, oggi ha 35 anni e conosce il parco da quando ne ha due. Basta con l’uccisione degli uccelli, curateli e salvateli”, implora Maria Loi. “Fanno parte della storia di Cagliari, ci eravamo tutti affezionati. Avremmo preferito restare senza parco anche per tanti mesi ma sapere tutti gli animali in salvo”. Laura Pinna del movimento antispecista Cagliari è sicura: “Un’alternativa alla strage di uccelli c’è, la devono trovare”. Ci sono stati casi di aviaria “ma l’unica soluzione non può essere uno sterminio indiscriminato. Faremo tutto ciò che è previsto dalla legge per salvare gli ultimi uccelli rimasti”.










