Un’odissea lunga più di un anno, quella vissuta da una coppia cagliaritana di allevatori di cani. Stefano Veloci, 38 anni, e sua moglie, Federica, titolari dell’allevamento “Divaskennel”, dopo due denunce fatte ai carabinieri nel mese di luglio 2020, hanno continuato a tenere informate le Forze dell’ordine con varie email, tutte spedite alla polizia Postale. Stando ai loro sos, da quindici mesi c’è un uomo che, tra minacce e diffamazioni, gli sta rendendo la vita impossibile. Tutto inizia in occasione di una mostra canina. Stefano e la moglie allevano degli Amstaff, hanno la società proprio nel capoluogo sardo: “Abbiamo stretto amicizia con un collega”, racconta Veloci, “siamo tornati in Sardegna nel 2018 dopo aver vissuto per anni in Germania”. La coppia e l’uomo che ha stravolto la loro vita si conoscono “ad un’esposizione canina a Cagliari. a inizio 2020. Ci sono stati dei contrasti perchè alleviamo entrambi Amstaff e lui alleva delle colorazioni che non sono da incentivare secondo lo standard dell’Enci (l’ente nazionale della Cinofilia)”. È gennaio 2020: Veloci fa notare l’incongruenza al collega “e lui, mosso probabilmente anche da un sentimento di gelosia perchè la mia compagna aveva vinto un bando per l’apertura di una pensione per cani ha iniziato a diffamarmi su Facebook e a minacciarmi telefonicamente”. Un incubo totale, fatto di chiare minacce, quelle portate avanti da un 40enne del sud dell’Isola, messe nero su bianco nelle denunce fatte ai carabinieri a luglio dell’anno scorso: “Quando ti prendo, ti prendo a calci in c*** che neanche tua madre ti riconosce”, “Lo sai o no che se ti becco prima di settembre neanche tua madre ti riconosce”, “Ridi ridi, le lacrime che ti faccio scendere, ti faccio cadere tutti i denti che hai in bocca”. Stefano Veloci ha anche registrato le telefonate tra il “rivale” e la sua compagna.
E ci sono anche varie email, almeno sei, spedite dal cagliaritano all’indirizzo della questura di Cagliari, negli ultimi mesi, con una raccolta di minacce e allusioni fatte anche da altre persone, “altri allevatori che vivono nel sud Italia e che scrivono messaggi contro di noi, sempre in alcuni gruppi e pagine Facebook”. Negli ultimi giorni ha anche inviato un’email, sempre alla polizia, per denunciare l’ennesimo messaggio intimidatorio “su Facebook, fatto dal collega con la maglia ancora sporca di sangue” di un’altra persona che sarebbe stata picchiata a Cagliari. Stefano Veloci spiega di non aver ricevuto ancora “riscontri” da parte delle Forze dell’ordine, e di non sapere “se siano state avviate o no delle indagini. Ma ciò che è sicuro e che io e la mia famiglia abbiamo paura. Abbiamo due bambini piccoli, mia moglie è incinta del terzo. Da alcune informazioni che ho raccolto ho scoperto che l’uomo che ci minaccia da oltre un anno ha avuto problemi con la giustizia. Quando usciremo da quest’incubo?”.











