Il rudere-abbazia di Capoterra di proprietà di Christian Solinas? Chi gliel’ha comprato, arrivando a versare 375mila euro, l’editore di Youtg,net Roberto Zedda, stando a quanto contenuto nelle carte delle indagini, non l’ha mai visto. Non c’è traccia di foto o messaggi, nella chat tra il presidente della Regione e Zedda, degli immobili. Un acquisto, perfezionato davanti a un notaio con il classico preliminare di vendita, che ha però provocato una quanto mai curiosa gioia nello stesso Roberto Zedda. Lo stesso giorno della stipula del preliminare, il 4 novembre 2020, a poche ore di distanza dalle firme e dagli assegni consegnati per un valore di 200mila euro, chiama al telefono il socio Arnaldo Pontis (non indagato) di Arionline. La telefonata è intercettata: “Ordina velocemente 150 termoscanner”. Pontis replica: “Per chi?”. E Zedda è perentorio: “Per mia nonna… domani ti dico”. Pontis manda un messaggio a un certo Massimo, a quel punto, per sapere costi e tempi. Qualche giorno dopo, altro messaggio di Zedda: “Dobbiamo fare in un anno quanto non fatto in venti”. Il suo socio si preoccupa e gli ricorda che ci sarebbero delle fatture non pagate per ottocentomila euro. Ma l’editore di Youtg.net bolla la cifra come “spiccioli”. Dalle carte emerge anche un ruolo nella vicenda del consigliere Psd’Az Nanni Lancioni.
Come emerge dai messaggi, il 4 novembre alle 17:13 manda un messaggio a Solinas con una foto allegata, raffigurante un’auto in sosta davanti al cancello di Villa Devoto, e Solinas risponde “scendo”, a significare che sarebbe stato Lancioni ad accompagnarlo presso lo studio del notaio per la stipula del preliminare con Zedda. E proprio Zedda, alle 21:15, riceve da Nanni Lancioni un messaggio telefonico con una sola parola, abbastanza chiara: “Arrivo”. Si concretizza secondo il pm nell'”affare” di Capoterra la tangente tra Zedda e Solinas, con il primo che ha poi ottenuto numerose partite sulla fornitura di termoscanner a enti pubblici, quasi tutte senza nessuna gara.











