Cagliari, la sconfitta come compagna: adesso cominci a diventare monotono

Al Sardegna Arena passa anche il Genoa per 3-2. Disastroso primo tempo chiuso sullo 0-2, Wan der Wiel schierato per 45’ senza neanche un’amichevole sulle gambe esposto a una figuraccia. Unica nota lieta il gol di Pavoletti dopo 787’ di digiuno. Joao Pedro su rigore. E riparte il dilemma Rastelli si Rastelli no


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

di Nanni Boi

Inutile girarci intorno: sei sconfitte in otto partite sono un ottimo motivo per cambiare l’allenatore. Anche se è lo stesso con cui sei andato in serie A e lo stesso con cui hai ottenuto l’undicesimo posto al primo anno fra i grandi. Eppure, a bocce ferme e senza conoscere il pensiero del presidente Giulini, non sono certo che questo avvenga stasera. Anzi, non sono per nulla certo che questo avvenga punto.

Perché il presidente del Cagliari è un tipo particolare, uno che difficilmente apre i cordoni della borsa per spese non previste. E per lui, affiancato da Zola in tribuna, un nuovo allenatore (con ambaradan di aiutanti al seguito) è quest’anno una spesa non prevista. O meglio sarebbe. Perché nel calcio come nella vita non si sa mai. Ma ponendo il caso che il patron rossoblù si decidesse in tal senso, opterebbe per un usato sicuro come i Guidolin e i Reja (sicuro fino a un certo punto perché entrambi sono fermi da un bel po’), su altri navigati come Ballardini, Iachini, Colantuono e Mandorlini, oppure seguirebbe i consigli per gli acquisti di Moggi, ovvero i soliti  Oddo e De Zerbi?

E’ un quesito nel quesito indubbiamente. In attesa di conoscere la risposta ci sarebbe da analizzare il quarto ko consecutivo e il terzo ko casalingo, sempre consecutivo. A ben vedere lo stadio provvisorio si è rivelato davvero un fortino inespugnabile. Per il Cagliari! Così dopo aver fatto beneficienza con il Sassuolo, anche il Genoa per ottenere l’unica vittoria del suo torneo è dovuto venire al Sardegna Arena, che parafrasando un noto film di Totò da oggi chiameremo Fifa e Arena (la federazione internazionale del pallone non c’entra nulla).

La squadra del risorto Juric è passata in vantaggio con Galabinov, raro esempio di come un attaccante a segno, meriti l’insufficienza per le altre tre reti divorate. E ha avuto nel franco marocchino Taarabt il suo eroe. Uno che a giudicarlo dalla partita  odierna (un gol e almeno quattro assist favolosi, di cui solo uno sfruttato) potrebbe essere accostato ai grandissimi di ogni tempo, se non fosse che è stato quasi sempre riserva ovunque abbia giocato (Francia, Inghilterra, Portogallo e Italia nella mezza stagione col Milan) con l’eccezione del Qpr, ma nella categoria inferiore.

Rastelli alle stranezze ci ha abituato da sempre, inutile negarlo, ma stavolta è riuscito a sorprenderci con la scelta di schierare Van der Wiel, assente a lungo per infortunio, senza avergli mai fatto giocare neanche un’amichevole. Il risultato è stato ovviamente disastroso, col Genoa che nel primo tempo affondava sulla zona di competenza dell’olandese come e quando voleva, al punto da poter coniare per l’estemporaneo recuperato l’appellativo di “olandese vacante”. Forte del 2-0 all’intervallo la squadra ligure ha potuto assorbire senza troppi problemi il ritorno al gol dell’ex Pavoletti, a segno dopo 787 minuti di un digiuno interrotto a 10 giorni dallo spegnimento della prima candelina. Anche perché nonostante i tanti errori di Galabinov sotto porta (su uno di questi Cragno si è infortunato ed ha lasciato il posto a Rafael), ha triplicato con Rigoni. Il rigore trasformato da Joao Pedro quando mancava un quarto d’ora scarso alla fine, ha lasciato presagire che ci fosse il tempo almeno per un pareggio. Ma così non è stato.


In questo articolo: