Cagliari, la disperazione di una coppia di donne: “Senza lavoro e aiuti, dobbiamo incatenarci all’Inps?”

Una 33enne e una 23enne, sposate, rischiano di finire in mezzo alla strada: “Non vediamo un euro da tre mesi, le bollette sono scadute e le spese da pagare si stanno accumulando: riusciamo ancora a mangiare solo grazie ai nostri genitori, è frustrante”


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Lei, Giulia (il nome è di fantasia) ha 33 anni ed è disoccupata. Sua moglie, Roberta (altro nome di fantasia) ha dieci anni in meno, fa la commessa (meglio, faceva, prima dell’emergenza Coronavirus) e da tre mesi si trova in quel limbo della cassa integrazione che, sinora, c’è solo a parole. Sono sposate da qualche anno e vivono in un paese dell’hinterland cagliaritano. La loro vita, negli ultimi tre mesi, sta venendo pian piano “distrutta”, tra soldi che non arrivano e spese che si moltiplicano quasi giorno dopo giorno: “Non vogliamo apparire con i nostri veri nomi per questioni di privacy, ci vergogniamo”, spiega Giulia, tenendo stretta stretta la mano della sua metà. La loro, purtroppo, è solo l’ennesima storia di crisi e difficoltà legata alla post pandemia: “Mia moglie Roberta non ha ancora visto un euro della cassa integrazione, io sono andata in Comune per chiedere se avessimo diritto a qualche aiuto economico, ma nulla: dobbiamo attendere, appunto, l’arrivo della cassa integrazione. Sono disoccupata da un po’, l’ultimo lavoro svolto è stato quello della banconiera in bar. La bolletta della luce è ormai scaduta, rischiamo di stare al buio da un giorno all’altro”. E poi c’è l’affitto: “350 euro al mese, il padrone del bilocale ci ha detto di capire la situazione ma non possiamo tirarla ancora per le lunghe”.

“Se non fosse per i nostri genitori non potremmo nemmeno mangiare”, prosegue la 33enne. “Cosa dobbiamo fare per far valere i nostri diritti e avere ciò che ci spetta? Andare ad incatenarci all’Inps o alla Regione?”.


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