Nuovi incarichi all’orizzonte al Brotzu, con differenze numeriche tra personale amministrativo e sanitario che, per la Uil, sarebbero ingiuste. A scriverlo, con una lettera di fuoco spedita al direttore delle professioni sanitarie, al direttore generale del Brotzu e a tutti i lavoratori è la Uil: “Il 28 dicembre 2023 per tutti i lavoratori di ARNAS “Brotzu” rimarrà una data vergognosamente “storica” da ricordare per il danno professione arrecato, per la disfatta del Personale Sanitario, e non solo. Passerà alla storia della gloriosa azienda sanitaria di riferimento Regionale. Verrà ricordata infatti come una sorta di “Waterloo” professionale di storica memoria. Questa data la si può ricordare come la più grande sconfitta e mortificazione di tutta la professione sanitaria infermieristica e non solo. Dopo oltre vent’anni, dall’innovativa contrattazione all’unanimità del 2001-2, che videro la nascita, unici in Sardegna e tra i pochi in Italia, anche degli incarichi di Coordinamento e Posizioni Organizzative, vengono spazzati via, in una sola mattina, con un frettoloso taglia e cuci molto credibilmente anche a sentimento, buona parte delle ex posizioni organizzative sanitarie a scapito di altre che forse, in un sistema organizzativo sanitario complesso come il più grande ospedale della Sardegna, sarebbero decisamente indispensabili. La cosa più triste forse è persino che chi ha contribuito a questa ecatombe professionale, si riempie la bocca anche attraverso costosi e inefficaci corsi professionali che parlano di “autonomia professionale” responsabilità e crescita della professione infermieristica e ostetrica e non solo. Altro che avanzamento di carriera, era tutto unicamente un classico specchietto per allodole. Tradotto: solo fumo negli occhi”, denunciano i segretari aziendali Uil Fabio Sanna, Antonina Usala, Stefano Trogu e Salvatore Pinna.
“Una operazione a dir poco sconvolgente specialmente per le professioni sanitarie (Infermieristiche, Ostetriche Tecniche e della Prevenzione), che da tempo inseguono il miraggio di una crescita professionale, atta alla ricerca disperata del riconoscimento professionale della dirigenza, della ricerca e dell’insegnamento, in sanità. Si trovano, invece, loro malgrado, vittime di una mannaia che li colpisce inesorabilmente tutti, salvo poche “palesi” eccezioni, senza possibilità di scampo. Questa sarebbe la soluzione prospettata, da parte di chi dovrebbe invece, tutelare i suddetti lavoratori per contrastarne la disaffezione professionale che dilaga a vista d’occhio, rimasti orfani in una sola mattina delle dovute protezioni che tanto avrebbero invece meritato???? Pensavamo che il caso Concordia-Schettino fosse unico nella storia, forse ci siamo sbagliati, anche perché in questo caso è venuto a mancare proprio il famoso comandante Falco!!!!!!!! Non lamentiamoci però, salvo sterile propaganda, se i giovani si disaffezionano sempre di più e non vogliono più percorrere questa strada. Spesso, soprattutto in questo caso, il male di noi stessi è il fatto di farci rappresentare da chi millanta a vario titolo la difesa della categoria. Entrando nel dettaglio dell’accordo emerge chiaramente che: su 211 amministrativi sono stati individuati 16 incarichi di funzione organizzativa pari a 8 % del totale del personale amministrativo. Invece su 1919 dipendenti del settore sanitario sono state individuati 6 incarichi di funzione organizzativa e 2 incarichi professionali, pari a 0,31 % del personale sanitario. Anche per i Coordinamenti, che sono un’altra cosa, abbiamo assistito ad un frettoloso taglia e cucci con improponibili accorpamenti inefficaci e palesemente ingestibili, con prevedibili gravi ripercussioni sull’assistenza stessa ai pazienti. Quindi abbiamo il paradosso che in un ospedale da oltre 600 posti letto e 2200 dipendenti, con oltre il 90% del personale sanitario, nella cabina di commando, abbiamo un numero nettamente superiore di personale amministrativo anziché sanitario. I sanitari, con questa indegna decisione, si sono trovati vergognosamente “orfani”. Dall’accordo emerge un altro dato non di poco conto e che dalla disamina dei fondi 2023, facendo la distribuzione tra incarichi e fasce 2023, si può garantire come da legge solo il 50% degli aventi diritto di quest’anno, circa un quattrocento persone su ottocento aventi diritto. Ma il dato più significativo che “sfugge” a chi ha firmato è il fatto che per l’anno prossimo non ci saranno più fondi per le fasce 2024. Tradotto l’anno venturo niente fasce!! E questo sarebbe un buon accordo? Altro dato che emerge è che, tra delibera di presa d’atto dell’organigramma degli incarichi, avviso di bando per i soli incaricati di funzione organizzativa e rispettive prove orali, il tutto si svolge in soli quindici giorni senza nemmeno attendere i canonici 15 giorni di pubblicazione della stessa all’albo pretorio. Caspita, che rara inusuale celerità”, proseguono i sindacalisti. “Mentre per gli incaricati di solo coordinamento la partecipazione al bando parrebbe avvenire genericamente a gennaio attraverso una, costosa, società esterna. Fatte tutte dovute considerazioni si chiede con massima urgenza di conoscere la definitiva data certa per la partecipazione ai bandi di selezione interna di solo coordinamento. Perché tra l’altro, a nostro avviso, sono quelli veramente più urgenti, sia per l’intera gestione del sistema organizzativo complessivo, ma anche per rendere finalmente giustizia a tutti quei facenti funzioni che ormai lo svolgono da anni e senza alcuna remunerazione”.