I menù sono già pronti. A prezzo fisso o alla carta poco importa. Molti cagliaritani, per Natale e Capodanno, hanno deciso di andare a mangiare al ristorante. Solo a pranzo, ovviamente. Adesso, però, lo spettro di nuove restrizioni da parte del Governo (Italia tutta rossa anche il 25 dicembre e il primo gennaio) fa correre molto brividi lungo le schiene dei ristoratori del capoluogo sardo. Nei fatti, per loro si tratterebbe di un altro lockdown, senza possibilità di appello. Tanta paura e timori: il cibo è già stato prenotato ma non pagato. E però, la mazzata c’è lo stesso: con lo stop di Natale e Capodanno, il nuovo crollo economico è garantito. Pochi puntano sull’aspetto, anche perché la linea che sta passando è che le famiglie vogliamo “evadere” dalle mura domestiche dopo un anno segnato dal Covid.
Alberto Melis di Antica Cagliari è molto preoccupato: “150 prenotati solo a Natale nei miei tre locali. Perché dobbiamo passarci ancora noi? Per me sarà una botta brutta, il periodo natalizio è il più proficuo. Il Governo copia altir paesi europei solo per le chiusure, non certo per i ristori. In Germania danno il 75 per cento del fatturato perso, qui invece no. Spero solo di potermi organizzare, se non ci sarà il lockdown totale, per fare asporto per il cenone del 31. Ma la necessità di tante famiglie è quella di poter mangiare fuori casa. Noi abbiamo sempre santificato e seguito le regole, togliendo tavoli e garantendo distanziamento: i ristoranti sono posti sicuri, non a rischio Covid”. Antonello Ghiani, presidente dei commercianti del Corso Vittorio Emanuele e titolare de La Damigiana, è pronto a dare battaglia: “Aprirò lo stesso, che vengano pure a multarmi. Ho avuto 100 euro di ristori e ne ho spesi migliaia tra 800 euro di Imu, 1500 di tasse e 350 euro di Iva. La tasse non le hanno bloccate, farò il ribelle e aprirò comunque perché lo Stato non mi aiuta e rischio di chiudere le sempre la mia attività. I cagliaritani stanno cercando alloggio, per Natale e Capodanno, nei ristoranti. Fare asporto è, per me, totalmente inutile”.









