Tra le “zone rosse” già individuate dal Comune di Cagliari, alla voce Daspo urbano, c’è anche la Marina. Un intero rione votato alla movida e al food già da anni, ma con un “grosso” problema”: quello del chiasso notturno, soprattutto nei fine settimana. Le notizie legate a minorenni trovati ubriachi nelle piazzette del quartiere portuale, di risse e urla “disumane” sino a tarda notte ormai si sprecano. E i ristoratori, in coro, sfruttano il futuro Daspo cagliaritano per chiedere all’amministrazione comunale controlli più serrati. E la possibilità di estendere il “divieto” a rimettere piede in città anche per i “fracassoni notturni”. Da via Porcile a via Sardegna, da via Napoli a piazza Sant’Eulalia: impossibile trovare un commerciante che approvi il caos notturno. “Sì al Daspo per i ragazzini ubriachi che fanno le scimmie urlatrici anche alle due e alle tre del mattino nelle vie della Marina, spaccano pure bottiglie”, dice, in modo netto, Marco Milia, ristoratore e componente del direttivo del consorzio Cagliari Centro Storico: “Ci vuole anche la polizia sino alle tre di notte, una famiglia non può non poter fare una passeggiata nei vicoletti per colpa di orde di ragazzini ubriachi. Noi diamo un servizio, lavoriamo anche quattordici ore al giorno. Non siamo certo noi a creare il chiasso”.
Sergio Cannas è uno storico ristoratore di via Sardegna: “Certo che ci vogliono più controlli, ci sono negozi che vendono alcolici a tutte le ore. Ci sono troppi minorenni, ma anche adulti, che bevono birre e altri alcolici e poi spaccano le bottiglie e urinano negli angoli delle strade”, afferma Cannas, “spero che il Daspo urbano preveda anche multe. Adesso la Marina è un disastro, prima era una zona più tranquilla”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giancarlo Dessì, 53 anni, da tre alla guida di un locale food in via Porcile: “Ogni fine settimana è pieno di giovani che fanno cagnara. Noi ci stiamo impegnando per valorizzare la Marina, a volte sostituendoci anche al servizio pubblico. Qui i residenti e i turisti devono poter camminare sentendosi protetti e sicuri. Sì, ci vogliono assolutamente più controlli”.










