Oltre cinquanta firme tra titolari di b&b, residenti e commercianti raccolte in pochi giorni contro “la sistemazione di tavolini all’aperto nel tratto di via Sassari compreso tra il Corso Vittorio e via Mameli”. Una lettera-appello inviata a sindaco, assessori e consiglieri e anche alla polizia Municipale. L’oggetto? “Degrado centro storico-via Sassari”. E salta fuori che, appunto, più di un negoziante ha firmato la missiva. E non si tratta, scontato dirlo, di ristoratori, ma di titolari di attività commerciali che vendono abbigliamento o articoli da regalo. La pedonalizzazione di mattina va bene, il problema arriva quando cala il sole e i ristoratori del tratto di strada (tre) possono piazzare tavoli e sedie. In alcuni casi, il permesso non è ancora arrivato. Ma la battaglia di un gruppo di commercianti è già vibrante e abbraccia tutta la strada. Mariella Contini vende scarpe nel tratto di via Sassari non interessato dalla rivoluzione: “Ma siamo pieni di tavolini, a noi commercianti non ci aiuta nessuno. Mi lamento per il chiasso, basta con tutti questi tavolini, siamo stanchi”. Cosa dire, però, ai ristoratori che, tra l’altro, arrivano anche da un periodo di lockdown e casse vuote? “Perchè, noi non siamo in crisi? A loro bene o male li aiutano, a noi no. Aiutateci a respirare, vogliamo mettere un po’ di ordine? Non posso più nemmeno parcheggiare”.
Molto battagliera anche Lina Mineo, venditrice di articoli da regalo sin dal 1976 in una via Sassari che oggi la vede “circondata” da due ristoranti: “Tavolini selvaggi, i politici ci avevano promesso la zona pedonale di mattina e la sera l’apertura a bar e ristoranti, però poi mi vengono a dire che il Comune gli ha dato il permesso per apparecchiare davanti al mio negozio. Non posso crederci, la via è un immondezzaio. Sono l’unica che, per anni, con una pompa di trentacinque metri ha pulito la strada. Cosa ci ha dato lo Stato a noi? Niente, siamo rimasti fermi due mesi ed ho pure dovuto pagare l’Inps. I tavolini danno problemi se li mettono davanti alle mie vetrine, ne piazzino sei e non dodici o quindici, sennò è un’invasione di proprietà. Noi siamo in crisi da quando c’è la Ztl, cosa vuole il Comune? Si metta nei nostri panni”. E i titolari dei ristoranti? “Lavorino con discrezione, non comandano solo loro”.












