di Paola Pisano
Il 26 novembre è mancata Angiolina Garau, pediatra e docente cagliaritana stimatissima per la competenza e il rigore morale e per la generosità con cui per molti anni ha curato i bambini e formato i medici e i ricercatori. Laureatasi a Cagliari nel 1954, in un periodo in cui ben poche donne accedevano alla facoltà di Medicina, divenne aiuto presso la prima clinica pediatrica e direttore della prima cattedra di genetica medica dell’Università di Cagliari.
A lei si deve l’istituzione, negli anni settanta, del primo laboratorio di citogenetica umana che era centro di consulenza per le malattie genetiche. Autrice di pubblicazioni importanti, in stretta collaborazione con la facoltà di medicina dell’Università di Pavia era molto apprezzata dai colleghi e dagli allievi. Del maestro Angiolina aveva quella che, secondo me, è la virtù principale: mirava a ricercare lo spirito non prima di aver chiara la lettera e sapeva annullare d’un tratto ogni distanza tra sé e l’interlocutore. Spirito libero, scevro da avidità di danaro e di carriera, aliena dai compromessi e da ogni ossequio non ragionevole all’autorità, rifuggiva, al tempo stesso, da qualsiasi ostentazione.
Intelligenza acuta e lucida (una lucidità esemplare conservata fino alla fine) era sinceramente religiosa e aiutava gli altri in molti modi, silenziosamente. Mi si dice che tra l’altro ha sostenuto alcune studentesse brasiliane rendendo possibile la costruzione di un laboratorio di genetica nel loro paese. Coloro che l’hanno avvicinata conoscono la sua cultura e i suoi interessi versatili.
Viaggiava spesso in paesi lontani. Fu tra i primi a frequentare gli incontri di ‘Meditazione Trascendentale’ e negli ultimi anni contribuiva anche alla loro organizzazione. È stata allieva esemplare nei corsi di ebraico tenuti alla facoltà teologica, recitava nel teatro sperimentale, interveniva alle riunioni dell’Ucim, agli incontri dell’Endas sulla poesia, ai convegni di musica, indologia, scienza, e a tante altre iniziative cittadine. Donna di fede e di pace Angiolina Garau amava la vita e sapeva stare bene con se stessa e con gli altri.
Una persona lieta che ha prodotto molto e dato molto, come può fare chi ha gioia dalla vita. A chi soffre per la sua morte lascia un messaggio di serenità che in tempi difficili invita al coraggio e al rispetto dei valori.
NELLA FOTO: Angiolina Garau con la collega che ha aperto il laboratorio di citogenetica










