Cagliari, 600 euro dal Governo per le partite Iva: “Un’elemosina, stiamo affogando tra le spese”

Il bonus per l’emergenza Coronavirus non soddisfa i tanti commercianti cagliaritani costretti, da una settimana, a tenere chiusi i loro negozi: “Solo di fornitori paghiamo, ogni mese, migliaia di euro: come al solito ci dobbiamo sacrificare sempre noi ‘piccoli’ imprenditori”


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Le serrande di quasi tutti i negozi, a Cagliari, sono abbassate da almeno una settimana per l’emergenza Coronavirus. Ancora prima della nuova stretta del Governo, infatti, con le strade deserte in tanti hanno preferito andare in ferie forzate: la riapertura? A data da destinarsi. E tra loro fioccano le partite Iva: da chi vende abbigliamento a chi commercia nella gioielleria, il quadro della situazione economica tende al nero. E il bonus pensato da Roma, seicento euro per il mese di marzo, viene visto come “un’elemosina” da chi rappresenta i commercianti delle principali vie dello shopping cagliaritano. Certo, tutta una serie di pagamenti sono stati posticipati e c’è la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti. Ma, a quando pare, non basta: nonostante la crisi generale e la coperta non lunghissima, i lavoratori autonomi cagliaritani si aspettavano di più.

“Seicento euro sono briciole, come faremo a liberarci delle ricevute bancarie, delle merci da pagare, dei conti dei fornitori da saldare?”, chiede Paolo Angius, presidente del consorzio Strada Facendo. “Hanno sospeso gli F24, ma tutto il resto? I prestiti che abbiamo chiesto alle banche vanno restituiti, quelli mica sono bloccati. Sarebbe stato molto meglio stilare un documento davvero inclusivo, dove tutti avevano delle responsabilità. Penso, per esempio, ai proprietari di molti locali: per loro, il Governo avrebbe potuto pensare a una sospensione del pagamento dell’affitto”. Meno critico Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sud Sardegna: “Seicento euro non sono tanti, ma c’è comunque da dire che, tra Governo centrale e regionale, si possono mettere in campo misure per tamponare la situazione di emergenza. Penso al credito d’imposta che copre sino al sessanta per cento. Spero”, afferma Bertolotti, “che questo contributo di seicento euro sia ripetibile, in attesa delle misure che venerdì prossimo deciderà di adottare l’Unione europea”.


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